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L’arte (poco) politica di spostare il fuoco

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Il fascismo è tornato o Lamorgese ha sbagliato? Forse entrambe le cose, o forse no

Ping-Pong. Spostare il fuoco. Perché mai una responsabilità e negligenza del Ministero dell’Interno dovrebbe rendere meno gravi i fatti di sabato? Perché una cosa deve escludere l’altra? “Gestione Lamorgese fallimentare”, dice Salvini. “Gli attacchi a Lamorgese sono strumentali” dice Letta. “È colpa dei poliziotti”, “È tornato il fascismo”, “Strategia della tensione”, e ancora tante e tante frasi su frasi inutili che si scioglieranno come il burro sulla padella dopo la fine delle elezioni.

Ma, come sappiamo, 'Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma'. Teniamoci pronti ancora alla strumentalizzazione dell’argomento al prossimo momento utile.

Il tutto rimanda (verbo carico di ottimismo) un dibattito ad altri attori: la sensazione è quella che si viaggi su due binari.

La parte dei partiti che si fa la guerra sul nulla cosmico e sposta milioni di voti, e la parte che gestisce veramente il potere, spesso in silenzio.

Tutto ciò appare come una presa in giro disonesta nei confronti dei cittadini italiani. Questi, disinformati, pendono dalle labbra dei leader e hanno una voglia matta di stare sotto una bandiera, anche quando l’estremismo ridicolizza il dibattito.

I diritti dei lavoratori sono una cosa seria e non se ne è mai parlato sul serio, anche nel momento in cui questi vengono tragicamente accantonati, per il bene comune. È la fotografia degli ultimi anni di politica di piazza (e di social), partita come modus operandi di un partito e che ha piano piano risucchiato tutti gli altri, svuotando le istituzioni dei leader. Quei leader che somigliano più a figurine che raccolgono voti, restando attentamente lontani dalle istituzioni che contano, e nelle quali la scelta tra A, B, C o D è obbligata e i problemi vanno affrontati, senza la possibilità di spostare il focus. 

Riguardo le manifestazioni di Roma, tutto è possibile, ma ci si deve attenere alle prove che si hanno in mano. È possibile la negligenza del Ministero, ma non esclude il problema dei neofascisti. È possibile che il Ministero abbia fatto il possibile, come è possibile che in realtà i responsabili dell’attacco alla Cgil siano semplicemente quattro scappati di casa che hanno aizzato la folla. 

La sola costante è che l’atto è grave e che i fascisti, anche pochi, vanno fermati.

Come dimostrato, sono poche le cose da dire sulla manifestazione, un fatto che verrà chiarito dal tempo e dalla magistratura. Tuttavia, possono essere tante le speculazioni.

Stare zitti non conviene a nessuno, anche se sarebbe la cosa migliore.

3 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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