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L'auto elettrica è quella del futuro

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Luca Peddis (brand manager Ford): 'Tra caro carburante e voglia di ecologia la scelta di una vettura elettrica passa anche per la sua accessibilità'

Se si guardano i dati c’è poco da stare allegri. Il 2022 doveva essere l’anno della consacrazione, con una crescita esponenziale del Pil e il nuovo boom economico da celebrare, invece il conflitto russo-ucraino e la conseguente crisi energetica frenano la ripresa italiana. E il mercato delle auto è tra quelli che accusa una brusca frenata, tant’è che le immatricolazioni di nuove auto in Europa hanno registrato un record negativo a febbraio, con appena 794.600 unità, un dato inferiore del 5,4% rispetto al volume registrato nel febbraio 2021, ma anche il più basso del 25% rispetto allo stesso mese del 2020 e del 30% rispetto a febbraio 2019. Però, continua a crescere il mercato delle auto elettriche, che segna addirittura un +77% a febbraio, con una quota mercato in netta aumento rispetto al 2021 e 2020. In Italia nel 2021 sono state immatricolate oltre 67mila vetture elettriche, il 538% in più rispetto al 2019, però se si guarda ai numeri del nuovo anno si resta perplessi, perché, rispetto a dicembre 2021, a gennaio 2022 sono state vendute meno auto elettriche: si è passati da 6.205 a 3.658, con un calo del 41% circa. Un dato che porta a riflettere.

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“Ma nel 2023 registreremo un ulteriore aumento del segmento elettrico legato ai motori –spiega Luca Peddis, brand manager Ford presso Ignarra Motors-, oggi il cliente che sceglie un’auto elettrica lo fa in modo consapevole. Certo, negli ultimi tempi hanno influito le tesi di Greta Thunberg, la voglia di bio e di innovazione tecnologica continua, ma il mercato ormai è formato da clienti maturi e lungimiranti, che hanno a cuore le sorti del Pianeta: per questo le case automobilistiche stanno convertendo la produzione, diminuendo su scala i veicoli a combustione fossile”.

La casa Ford non fa eccezione. Innovativa sin dalla sua nascita, grazie alle intuizioni filosofiche del capostipite Henry Ford applicate alla catena di montaggio, oggi il brand a stelle e strisce guarda al mercato con quello stesso rispetto che possedeva dalle sue origini. “Le promesse fatte alla clientela devono essere credibili nel futuro -dice senza fronzoli Peddis-. Parliamo di grandi opportunità dell’auto elettrica ma dimentichiamo che l’elettrico non è affatto democratico, ha costi elevati che ne scoraggiano l’acquisto. Certo, guidare una vettura elettrica significa sposare l’ecologia ma paradossalmente è un atto non proprio alla portata di tutti, perché essere rispettosi dell’ambiente non può essere una questione di portafoglio. L’ideale? Maggiori incentivi statali, magari con un’Iva ridotta al 4%”. Certo, è un’osservazione e un suggerimento che si incastona rispetto a una delle frasi iconiche di Ford, sul fatto che “c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”.

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Ma non è l’unico argomento che si deve affrontare per incentivare il mercato dell’elettrico in Italia, perché come al solito è il fattore culturale quello che va coltivato e l’esempio non può che cominciare dalla classe dirigente tout court. Se si vuole far crescere questo segmento di mercato dell’auto, ecologico e futuristico, sarebbe necessario creare delle infrastrutture adeguate, ad esempio fornendo più colonnine per ricaricare il mezzo oltre che intervenendo sulle stesse tariffe, oltre che ovviamente agendo in modo concreto sull’incentivazione. Tutte considerazioni che “nascono in seno a Ford, perché Ford resta fedele alla sua filosofia che il cliente sia il centro del mercato, bilanciando in un perfetto equilibrio tecnologia, qualità e accessibilità” sottolinea Peddis. Ecco, forse si resta in attesa di una crescita culturale che proviene dall’alto.

 

 

2 anni fa
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