Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Federauto, parco circolante vecchio blocca transizione

auto traffico.jpg

L’obiettivo per ridurre del CO2 fissato per il 2025 passa per lo svecchiamento di autovetture con un’età media di 11,8 anni

Il blocco fondamentale affinché si realizzi la transizione energetica nel settore automotive è costituito da un parco circolante di 38,8 milioni di autovetture con un’età media di 11,8 anni, di cui il 70,5% è ante euro 6. A indicarlo è il presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino, nel corso di una conferenza stampa.

"Il miglioramento nella riduzione delle emissioni nocive è evidente – basta guardare il progresso negli ultimi 20 mesi. Ma non basta. Al tempo stesso è evidente che – anche laddove il mercato dell’auto tornasse a livelli più o meno normali (1.700.000 unità all’anno), per sostituire l’attuale circolante inquinante occorrerebbero decenni. Ora, immaginate per un secondo se domani, con un colpo di bacchetta magica, riuscissimo effettivamente a sostituire le auto Euro 0; 1; 2; 3; 4: ebbene avremmo già raggiunto e superato, per quanto riguarda il comparto auto, l’obiettivo di riduzione del CO2 fissato per il 2025. Questa fantasia si scontra però con la realtà che è rappresentata in generale dal costo delle autovetture il cui prezzo medio in Italia negli ultimi 10 anni è già cresciuto – al netto dell’inflazione – del 6% al di sopra del potere d’acquisto dei consumatori", sottolinea De Stefani.

"E' bene ricordare che, chi possiede un’autovettura particolarmente vecchia e quindi pericolosa per l’assenza di sistemi di sicurezza attiva e passiva, nonché particolarmente inquinante, raramente ha la capacità economica per affrontare l’acquisto di un’auto dell’ultima generazione, e men che meno di un’auto elettrica o ibrida. Infatti, le elettriche o ibride costano dal 25 al 30% più delle versioni equivalenti con motore tradizionale. Ma questo non è l’unico fattore a limitare la diffusione della mobilità elettrica. Un altro elemento determinante è lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, indispensabile per la diffusione delle vetture “alla spina”. L’Italia - dice il presidente di Federauto - è in serio ritardo sia nella rete di bassa potenza (6a in Europa per numero di colonnine per 100 km), sia nella rete di ricarica veloce (Fast Charge) che costituisce il 9,7% della rete esistente, contro il 17,2% della media europea. In autostrada le colonnine di ricarica rapida sono appena 32".

3 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

Commenti