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Tra Russia e Ucraina troppi crimini di guerra

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La Gran Bretagna analizza gli orrori della guerra e intima di fermare la deportazione dei bambini verso Mosca

La storia di altri conflitti ce lo ha insegnato, i crimini di guerra documentati in Ucraina "sono solo la punta dell'iceberg", quando il conflitto cesserà, vederemo la "realtà degli orrori" di quanto è accaduto. Lo ha detto il viceministro degli Esteri britannico, Lord Ahmad of Wimbledon, intervenuto oggi a Roma ad un evento organizzato dall'ambasciata britannica a Villa Wolkonsky per il 25esimo anniversario dello Statuto di Roma, con il quale è stata costituita la Corte Penale Internazionale (Cpi).

"In Ucraina stanno portando via i bambini dal loro paese, dalle loro famiglie, è sbagliato, va fermato ora", ha dichiarato Ahmad riferendosi al mandato di cattura emesso il 17 marzo contro il presidente russo Vladimir Putin, per il crimine di guerra della deportazione dei bambini ucraini. Ma le indagini della Cpi continuano su questo e altri reati, anche perché i "crimini di guerra in Ucraina non si fermano", ha sottolineato Ahmad, che è anche Rappresentante speciale del primo ministro per la prevenzione della violenza sessuale nei conflitti.

La violenza sessuale è già avvenuta nel conflitto in Bosnia, è stata perpetrata da Daesh in Iraq. E ora, ha denunciato, la "Russia sta infliggendo gli stessi orrori ai civili in Ucraina, alle giovani donne", "la violenza sessuale è illegale, sbagliata, va fermata e non può essere arma di guerra".

Ma perché chi ha compiuto crimini di guerra ne debba rendere conto, "è importante raccogliere le prove", sottolinea Ahmad. La settimana scorsa, 40 ministri della Giustizia si sono riuniti a Londra per assicurare il loro sostegno, anche finanziario, al lavoro della Cpi in Ucraina, alla formazione dei procuratori in Ucraina. Il Regno Unito, spiega Ahmad, lavora a questo scopo insieme a Unione Europea e Stati Uniti. Per quanto riguarda le violenze sessuali è già iniziata la raccolta delle testimonianze, che avviene, ha rimarcato, nel rispetto delle vittime, per le quali è previsto un sostegno psicologico.

L'evento è stato aperto dall'ambasciatore britannico Ed Llewllyn che ha ricordato come la giustizia internazionale abbia "un lungo bracco e una lunga memoria" e come oggi molti dei responsabili dei crimini di guerra nell'ex Jugoslavia siano oggi in carcere dopo essere stati giudicati da un tribunale internazionale.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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