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Aumentano gli arrivi dei minori non accompagnati

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+60% di Msna su rotta Mediterraneo centrale, almeno 289 morti o scomparsi tra giugno e settembre, il punto di Unicef Italia dopo la missione sul campo a Lampedusa

Aumentano i minori stranieri non accompagnati che attraversano la rotta del Mediterraneo centrale e le vittime in mare. "Il Mar Mediterraneo è diventato un cimitero per i bambini", è l'allarme lanciato da Unicef. Tra giugno e settembre "almeno 990 persone sono morte o scomparse" nel tentativo di raggiungere l'Europa a bordo di imbarcazioni di fortuna fuggendo da guerre e violenze. Tra loro, secondo le stime, si contano almeno 289 bambini, "un dato tre volte superiore" rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La cifra agghiacciante è stata fornita durante una conferenza stampa a Roma, organizzata da Unicef Italia, per raccontare la situazione dei minorenni stranieri non accompagnati a Lampedusa a seguito della missione sul campo che ha coinvolto il portavoce Andrea Iacomini.

Gli arrivi dei minori senza i loro genitori o tutori legali sulle nostre coste sono in costante crescita: oltre 11.600 sono sbarcati tra gennaio e metà settembre 2023, riferisce Nicola Dell'Arciprete, coordinatore Unicef della risposta migranti e rifugiati in Italia, nel corso della conferenza stampa. Si tratta di "un aumento del 60%" rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando circa 7.200 minorenni non accompagnati o separati hanno compiuto la pericolosa traversata del Mediterraneo Centrale. Molti Msna, ha spiegato Dell'Arciprete, "hanno una età compresa tra 15 e i 17 anni, ma verifichiamo un aumento anche dei minori al di sotto dei 14 anni". Gli sbarchi sono destinati a crescere ancora nei prossimi mesi "per via dei conflitti, crisi e disastri naturali o climatici nei paesi di origine o di transito". I dati dimostrano "che i minorenni non accompagnati sono a rischio di sfruttamento e abuso in ogni fase del viaggio, con le ragazze e i bambini dell'Africa subsahariana che hanno maggiori probabilità di subire abusi".

I minorenni che intraprendono i viaggi della speranza sono spesso imbarcati su gommoni sovraffollati o su scadenti barche da pesca in legno, inadatte alle cattive condizioni atmosferiche. Alcuni vengono alloggiati nella stiva della nave, altri su chiatte di ferro, particolarmente pericolose per la navigazione. "La mancanza di capacità di ricerca e soccorso coordinate e adeguate a livello regionale e di cooperazione in mare al momento dello sbarco aggrava i pericoli che i bambini corrono durante la traversata", ha sottolineato l'Unicef Italia.

I bambini che sopravvivono al viaggio vengono ospitati in centri noti come hotspot, prima di essere trasferiti in altre strutture di accoglienza. Più di 21.700 minorenni non accompagnati in tutta Italia si trovano attualmente in queste strutture, rispetto ai 17.700 di un anno fa. "La situazione che si è verificata nella ultime settimane dimostra come sia molto importante garantire al più presto trasferimenti dall'isola di Lampedusa verso strutture su tutto il territorio nazionale più adeguate a trattare questi casi", ha dichiarato Dell'Arciprete. Ai minori, quindi, dovrebbe essere assicurato in modo rapido l'accesso alla prima e seconda accoglienza ma "anche percorsi di affido nelle comunità e famiglie italiane, che secondo noi è il modo migliore per accogliere e integrare".

In occasione del decennale del naufragio di Lampedusa, Dell'Arciprete ha poi chiesto che i governi "mettano in atto misure e politiche che ci permettano di non dover più assistere ai naufragi e crisi di protezione nei confronti dell'infanzia". Cosa fare? "Innanzitutto, è necessario fornire dei percorsi sicuri e legali di accesso per migranti e richiedenti asilo; bisogna rafforzare il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso in mare; rafforzare anche i sistemi di protezione dell'infanzia nazionali e aumentare gli aiuti allo sviluppo dei paesi di provenienza e di transito dei migranti. Queste le nostre quattro richieste. Finché non accadrà tutto questo continueremo ad avere naufragi e a dover far fronte a una situazione come quella che viviamo al momento".

Il portavoce di Unicef Italia Iacomini, di ritorno dalla missione in Lampedusa, ha raccontato l'esperienza sull'isola, i ragazzi incontrati e le storie ascoltate, "sono stati giorni molto intensi". E poi: "Viviamo un'epoca storica molto particolare: i movimenti umani derivano da tanti fattori, ci sono conflitti ed emergenze dimenticate in molte parti del pianeta. C'è un miliardo di bambini che vive in 33 paesi a rischio climatico, ci si muove anche per questo motivo. I governi devono porsi un problema che non è soltanto politico o di confine ma è un tema globale. Bisogna fermare i conflitti laddove accendiamo le micce, ridurre le emissioni".

30 Settembre
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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