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Verso la riduzione delle quarantene

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Da Bassetti a Ricciardi il punto della situazione sullo stato dei contagi da Covid. Sul banco degli imputati l'immobilismo del ministero della Salute

Sulla mancata riduzione della quarantena per i positivi al Covid asintomatici "c'è il rischio di essere in ritardo, perché non si può pensare di arrivare in autunno, quando ci sarà una possibile ripresa dei contagi, con queste misure di isolamento. Finiamo per paralizzare il Paese". Così Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ricordando che "sono passate ormai 3-4 settimane da quando avevo detto che sarebbe stato il caso di fare una quarantena 'light'". "L'immobilismo del ministero della Salute su questo fronte danneggia soprattutto gli italiani", avverte.

"Rischiare di tenere a casa in autunno tante persone asintomatiche non è come farlo a luglio o agosto, c'è il rischio reale che tanti servizi fondamentali si blocchino", rimarca l'infettivologo che rilancia la necessità "di cambiare ora le regole o comunque di discuterne e arrivare ad aggiornare le misure per i primi giorni di settembre". Quali potrebbero essere i nuovi parametri? "Si posso ridurre i giorni di isolamento basandosi molto sulla personalizzazione della quarantena - risponde Bassetti - quando finiscono i sintomi faccio un tampone e se negativo si può uscire. Oppure - conclude - alle fine dei sintomi, dopo 48 ore, a prescindere dal risultato del test si può uscire".

"Uno dei perni del controllo delle epidemie, a maggior ragione delle pandemie, è la sorveglianza sanitaria, cioè la necessità di tenere sotto controllo la diffusione dell'infezione. C'è quindi la necessità di non far circolare i positivi a Sars-Cov-2. Si può fare qualche aggiustamento ma il principio che una persona positiva debba rimanere a casa e non debba contagiare altri è fondamentale". A dirlo Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e professore di igiene all'università Cattolica in merito alle proposte di eliminare la quarantena dei positivi.

"Abbiamo visto quello che è successo in Gran Bretagna dove questo principio è stato scalfito - continua - c'è stato un collasso del Servizio sanitario. Ed è successo in estate. Figuriamoci cosa può succedere in inverno che - se guardiamo a quanto accade in Australia, con una stagione influenzale in corso durissima - si annuncia complesso".

Certamente, aggiunge Ricciardi, "possiamo fare aggiustamenti, riduzioni del numero dei giorni di quarantena, limitandoli allo stretto necessario. Ma il principio che persone positive, infette e contagiose, possano circolare liberamente è contrario alle indicazioni basilari di sanità pubblica finalizzate al contenimento del virus pandemico".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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