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L'eterna influenza politica del Cav sull'Italia

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'analisi del giornalista e politico Francesco Pionati, mentre anche il leader della Cgil Cofferati ricorda la figura corretta come avversario

"Chi pensa che l’influenza di Berlusconi sulla vita politica italiana sia finita, si sbaglia. Certo, Berlusconi non potrà più partecipare direttamente alla contesa, ne’ potrà più rivolgere i suoi appelli agli elettori". A rilevarlo è Francesco Pionati, direttore responsabile del Gr Radio Rai. In un editoriale sul Gr1, Pionati ricorda che "in politica non è solo questo che conta, in politica hanno un peso rilevante anche la suggestione del ricordo e (soprattutto) -per le figure di primo piano- la capacità di incidere attraverso il vuoto che lasciano".

"In passato - prosegue Pionati - Berlusconi ha cambiato il volto e le regole della politica italiana, determinando la nascita del centrodestra e l’assetto bipolare. Un cambiamento epocale (ricordato dal Capo dello Stato) che ha coinvolto anche il centrosinistra, per creare un’alleanza competitiva e vincente. Allo stesso modo, oggi, sarà l’assenza di Berlusconi a pesare sui futuri equilibri del suo partito (Forza Italia) e sui rapporti tra il centrodestra italiano ed il Partito Popolare Europeo, rapporti di cui Berlusconi è stato a lungo garante".

"Insomma, se fino ad oggi era la presenza di Berlusconi ad incidere - nel bene e nel male -, d’ora in poi (a pesare) sarà la sua assenza, con le tante sfide che ne deriveranno. Sfide - afferma Pionati - che potrebbero cambiare, ancora una volta, il profilo politico del paese".

"Noi siamo scesi in piazza contro di lui" ma l'ex premier Silvio Berlusconi "è sempre stato un avversario corretto". A scandirlo in un'intervista a 'La Stampa' è l'ex segretario della Cgil, Sergio Cofferati, ricordando la figura del leader di Forza Italia. Il filo che lega Sergio Cofferati a Silvio Berlusconi porta inevitabilmente al Circo Massimo di Roma. Era il 23 marzo 2002, tre milioni di persone radunate dalla Cgil in difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che il secondo governo Berlusconi voleva cancellare. "Li abbiamo costretti a fermarsi, dopo un confronto duro, che finì con la rottura - ricorda l'ex leader sindacale - tra noi c'è stato un rapporto non facile, ma ha sempre rispettato il ruolo del sindacato". Dopo le dovute e "sentite condoglianze alla famiglia", Cofferati tiene a precisare, però, che quello del 2002 non era il primo scontro con Berlusconi.

"Si può dire che siamo scesi in campo insieme, anche io sono stato eletto segretario della Cgil nel 1994 - ricorda - ed è stata subito lotta sulle pensioni". Vi eravate opposti alla riforma del sistema previdenziale… "Sì, c'era stata un'altra grande manifestazione a Roma, in tre diverse piazze, poi lo sciopero generale, alla fine a dicembre avevano ritirato il decreto. Ma c'era un problema politico nella maggioranza, perché anche la Lega non voleva si cancellasse la possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi, tant'è che poi Bossi ha fatto cadere il governo".

Sette anni dopo, Berlusconi è di nuovo premier e punta a cambiare lo Statuto dei lavoratori. Il primo ricordo? "C'era una forte pressione di Confindustria per abolire l'articolo 18 e cancellare la cultura dei diritti. Berlusconi subiva questa pressione: nel merito non entrava più di tanto, ma dava copertura politica ai suoi ministri competenti. Con noi non aveva un atteggiamento pregiudizialmente ostile, la contrapposizione è sempre stata sui temi, con posizioni molto lontane e giudizi duri da entrambe le parti. Ma i rapporti non sono mai degenerati". A parte quella volta che in Parlamento la accusò di aver in qualche modo istigato all'omicidio di Marco Biagi da parte delle Brigate rosse, o no? "Quello è stato un episodio grave, il tentativo dell'allora premier e di altri esponenti di governo di avallare l'idea che le risposte della Cgil alle loro scelte sbagliate avessero stimolato le azioni dei terroristi. Un modo per delegittimare la manifestazione del Circo massimo, già convocata pochi giorni dopo l'omicidio di Biagi".

 

1 anno fa
Autore
Pasquale Lattarulo

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