Dostoevskij, la Bicocca e quel doppio senso del ridicolo
l’università Bicocca di Milano vieta il corso di letteratura su Fedor Dostoevskij tenuto da Paolo Nori, boicottando fondamentalmente ogni attività
Il senso del ridicolo non ha un odore. Per fortuna. Perché altrimenti immaginate che puzza. Così in questi giorni di conflitto bellico tra Ucraina e Russia con l’attiva partecipazione occidentale anche nelle università italiane si respira un clima da social network: a morte i russi e se sono già morti aboliamo il vilipendio di cadavere ma riesumiamo l’ostracismo. Così l’università Bicocca di Milano vieta il corso di letteratura su Fedor Dostoevskij tenuto da Paolo Nori, boicottando fondamentalmente ogni attività che possa coinvolgere esponenti della Santa Madre Russia. Dimostrando che la cancel culture oltre a germogliare sui social, che spesso sono il bidet dei sentimenti umani, attecchisce anche nei centri di formazione di (presunto) alto livello, rafforzando il concetto dell’autore de L’idiota che se ‘descrivi il tuo villaggio avrai descritto il mondo’. Una clamorosa presa di posizione degna di un capriccio infantile da parte della direzione del dipartimento letteratura dell’ateneo statale, tant’è che dopo le critiche piovute lo stesso è stato costretto a una clamorosa marcia indietro, dimostrando ulteriormente che le idee oltre a essere poche sono anche confuse.
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