Polonia: dichiarato lo stato di emergenza al confine con la Bielo
Il governo di Varsavia vuole porre fine al flusso di migranti proveniente dal paese di Lukashenko
Il presidente Polacco Andrzej Duda, esponente del partito di estrema destra Diritto e Giustizia, firmerà nelle prossime ore un documento per dichiarare lo stato di emergenza al confine con la Bielorussia.
Lo stato di emergenza sarà in vigore, come detto dal Ministro degli Interni Kaminski, per 30 giorni, interessando una “striscia sottile” nella zona di tutto il confine. Il provvedimento interesserà 183 comunità, per bloccare un flusso che secondo Kaminski ha visto 3.000 migranti tentare di varcare il confine ed entrare in Unione Europea nel solo mese di agosto.
Come riporta ANSA, lo stato di emergenza prevedrebbe il divieto di svolgere qualsiasi manifestazione nell’area interessata, oltre all’obbligo di identificarsi con le autorità portando sempre con sé un documento di identità. Il primo ministro polacco Morawiecki ha parlato, con riferimento alla situazione al confine, di “crisi costante”.
Varsavia ha da poco iniziato la costruzione di un vero e proprio muro alla frontiera, alto 2,5 metri e lungo tutti i 418 chilometri del confine, decisione in linea con l’ideologia nazionalista e anti-immigrazione del partito al potere. La decisione di rinforzare il confine potrebbe anche avere, anche se non ufficialmente, un legame con la recente crisi afghana e il possibile flusso di migranti diretti in Unione Europea in seguito alla presa di potere dei Talebani.
Va aggiunto che il comportamento della Bielorussia in opposizione alle istituzioni Europee non agevola di certo la risoluzione “pacifica” di certe dinamiche. Il paese guidato da Alexander Lukashenko è infatti accusato da più stati europei, tra cui Lituania e Lettonia, di creare volontariamente il flusso di migranti verso l’UE, o almeno agevolarlo, come “ripicca” per le sanzioni Europee contro il regime.
Da una parte, dunque, un governo di estrema destra che tiene il pugno duro contro i flussi migratori, dall’altra, un regime che tenta di combattere una guerra contro le sanzioni a colpi di persone disperate. Un quadro drammatico, che probabilmente non vedrà presto un miglioramento. È in queste situazioni che trova spazio l’urgenza di un’Unione Europea più forte e unita, caratterizzata dal dialogo e la collaborazione tra gli stati, ma che sappia alzare la voce anche a livello globale: per adesso, utopia.
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