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Italia leader nell'export del settore farmaceutico

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Boom dell'export con 47,6 miliardi nel 2022. L'Italia del farmaco nell'era post Covid cresce e consolida la sua leadership in Europa

L'Italia del farmaco nell'era post Covid cresce e consolida la sua leadership in Europa. Nel 2022 il nostro è tra i Paesi leader in Ue "insieme a Belgio e Germania per valore della produzione. Con una posizione di primato nel conto terzi, Contract Development and Manufacturing Organization (Cdmo), 3,1 miliardi di produzione che rappresentano il 23% del totale europeo e nelle Pmi 7 miliardi di produzione. Il settore ha registrato 49 miliardi di produzione totale, di cui 47,6 miliardi di export. Un boom che dipende soprattutto dall'esportazione di farmaci e vaccini contro il Covid-19". Lo evidenzia Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, nel suo intervento all'Assemblea di Farmindustria che si svolge a Roma all'Auditorium della Conciliazione.

L'Italia è ormai protagonista in Europa. Anche con l'industria farmaceutica - rimarca Cattani - E i numeri lo dimostrano: 49 miliardi di euro di produzione nel 2022, di cui 47,6 miliardi di export, 3,3 miliardi investiti in produzione e ricerca-sviluppo, 68.600 addetti, di cui le donne rappresentano il 44% del totale. Un'ìoccupazione di qualità cresciuta del 9% in 5 anni, soprattutto tra i giovani (+16%) e le donne (+13%). Aziende farmaceutiche che sono anche all'avanguardia per gli standard di sostenibilità e nel welfare che assicura la conciliazione vita-lavoro".

"E' questo quindi il momento di sviluppare una nuova visione che permetta all'Italia di crescere e recuperare velocemente il gap competitivo con altri Paesi, in un sistema a misura di paziente e rivolto al futuro - evidenzia il presidente di Farmindustria - L'industria farmaceutica è strategica perché risponde a esigenze di salute, crescita, sicurezza nazionale ed efficienza della spesa pubblica, evitando costi nelle altre prestazioni sanitarie e di welfare".

"Un dinamismo della ricerca-sviluppo farmaceutica confermato anche dalle previsioni sugli investimenti: tra il 2023 e il 2028 raggiungeranno i 1.600 miliardi di dollari a livello globale - ricorda Cattani - Ma l'Europa deve invertire una tendenza che da 20 anni la vede perdere quote mondiali di investimenti rispetto a Usa e Cina che invece guadagnano terreno. In più oggi c'è la forte concorrenza anche di Paesi emergenti, come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Singapore che mettono sul piatto misure molto attrattive".

"Una concorrenza alla quale l'Italia e l'Europa devono rispondere come nazione e come continente. L'industria farmaceutica 'made in Italy' è un patrimonio di sviluppo, che deve essere considerato tale nei progetti di nuove politiche industriali, per il Paese e i territori. Nella competizione mondiale abbiamo bisogno di più Europa nel mondo e più Italia in Europa - rimarca il presidente di Farmindustria - per attrarre investimenti, innovazione, mettere in sicurezza e ricostruire filiere strategiche e diminuire la dipendenza di principi attivi e intermedi dall'estero".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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