Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Quando il bullismo uccide

bullismo.jpg

Per la giornata contro il bullismo Lazzari (Cnop): 'ansia, depressione, scarso rendimento scolastico e rischio suicidio tra gli esiti gravi'

"In occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo (istituita dal Ministero nel 2017) voglio ribadire il mio impegno e quello del Mim nel contrastare ogni forma di violenza ai danni di studentesse e studenti, un fenomeno spesso aggravato da un uso distorto dei social network. Il nostro obiettivo è fornire agli insegnanti e ai giovani il supporto necessario per ripristinare nella quotidianità della vita scolastica il valore del rispetto e della responsabilità". Lo scrive su X il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

“L’essere vittima di azioni di bullismo e cyberbullismo è connesso a numerosi sintomi quali ansia e depressione, isolamento e ritiro sociale, ma anche sintomi post-traumatici, autolesionismo e comportamenti suicidari. Anche i bulli e gli osservatori subiscono, secondo numerosi studi, esiti gravi quali scarso rendimento scolastico, drop out, abuso di sostanze, comportamento deviante e, in generale, esiti di disadattamento rilevanti, fino al rischio suicidario. Anche e proprio a causa dell’aumentata importanza del valore sociale dell’immagine e dell’identità creata nel mondo virtuale, gli esiti degli atti di cyberbullismo si configurano sempre più come traumi, anche identitari, che necessitano di azioni di supporto psicologico”. Così David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi (Cnop), interviene in occasione della Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo.

“Gli atti di bullismo e cyberbullismo incidono su aspetti sempre più complessi delle persone coinvolte - spiega Lazzari - È necessario, pertanto, che le competenze di chi prenderà in carico vittima e bullo, consentano di intervenire in maniera efficace al fine di contenere le conseguenze gravose per il benessere psicologico della vittima e per contrastare ulteriori azioni del bullo. Tali sintomatologie e rischi di devianza mostrano chiaramente la necessità della presenza costante di uno psicologo all’interno delle reti di prevenzione, contrasto al bullismo e nei percorsi di rieducazione”.

Le competenze dello psicologo “consentono di individuare e analizzare le cause di tali comportamenti e monitorare i processi psicologici individuali e di gruppo che sono alla base degli eventi di bullismo e cyberbullismo – sottolinea il presidente degli psicologi italiani - nonché di determinare, anche da un punto di vista clinico, gli esiti che tali atti hanno sui ragazzi coinvolti (in tutti i ruoli, ma in modo particolare nelle vittime), al fine di individuare gli interventi più appropriati anche in relazione all’Istituzione coinvolta e in cui questi comportamenti avvengono”.

Si ricorda, a tal proposito, “che evidenze scientifiche indicano la figura professionale dello psicologo come centrale nell’implementazione di progetti di prevenzione ed intervento nelle fattispecie complesse, come quelle in parola. Sottolineiamo l’importanza di una normativa, ora in discussione al Senato, che consideri il tema da tutti i punti di vista, preventivo, di sostegno, sanzionatorio, rieducativo”.

In questo ambito, conclude Lazzari, "è cruciale il ruolo dello psicologo scolastico che, unitamente alle figure professionali coinvolte, contribuisce alla creazione di una cultura educativa condivisa di prevenzione e contrasto attivo del bullismo che permane nel tempo e sia portatrice di effettivi cambiamenti e nelle rappresentazioni sociali e nei comportamenti”.

7 Febbraio
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

Commenti