Lo scompenso cardiaco causa il 60% dei ricoveri cardiologici
Arrivano in soccorso nuovi software, inseriti nei device, che permettono di monitorare il paziente e di registrarne ogni giorno i valori
Lo scompenso cardiaco causa il 60% dei ricoveri cardiologici. E rappresenta una voce di costo crescente per il Ssn. La tecnologia, insieme ai nuovi approcci terapeutici, può contribuire a contrastare questa patologia: i nuovi software, inseriti nei device, permettono di monitorare il paziente e di registrarne ogni giorno i valori. A ogni variazione corrisponde un campanello d’allarme, che permette di predire eventuali riacutizzazioni, riducendo così i rischi. Questa una delle novità emerse ad Aci Castello (Catania) nella presentazione della “Sicilian Cardiovascular Academy”.
In Italia a soffrire di scompenso cardiaco sono circa 600mila persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età, dopo i 65 anni può arrivare al 10% circa. La mortalità è in aumento. La malattia coinvolge vari apparati, tanto che oltre il 90% dei pazienti è affetto da altre comorbidità, che possono essere respiratorie, diabetiche, nefrologiche, neurologiche: il 30% dei pazienti con scompenso, ad esempio, ha anche la Bpco. È opportuno che questo paziente venga gestito con un approccio multidisciplinare, hanno sottolineato gli esperti.
"I device che vengono impiantati nel paziente con scompenso cardiaco hanno ridotto la mortalità grazie alla tecnologia wireless o bluetooth incorporata nei software, la quale permette, oltre che di identificare le aritmie (e di trattarle tempestivamente), di cogliere anticipatamente i primi segnali di scompenso, anticipando così le riacutizzazioni con benefici per la qualità di vita del paziente - evidenzia Antonino Nicosia, direttore Dipartimento Cardio-Neuro-Vascolare, azienda sanitaria provinciale di Ragusa - Il device resta tutta la vita, con la batteria che dura 8-10 anni, e consente di telemonitorare il paziente a domicilio analizzando a distanza la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la saturimetria in vari momenti e valutando così l’andamento della terapia".
"Questo - spiega Nicosia - permette di convocarlo in ospedale solo per reali necessità o controlli, senza accessi inutili. Il rischio di una riacutizzazione dello scompenso cardiaco può essere previsto anche con un anticipo di diverse settimane. Vi sono poi i dispositivi indossabili, che sono già a disposizione per coloro che non hanno necessità di un device impiantato: i risultati non sempre sono stati soddisfacenti, ma vi è un crescente utilizzo e con la digitalizzazione della popolazione si diffonde una maggiore consapevolezza di questi strumenti”.
Per favorire la condivisione delle competenze e delle tecnologie, le quattro Unità operative di Cardiologia della Sicilia orientale (Catania, Messina, Ragusa, Siracusa) hanno presentato la “Sicilian Cardiovascular Academy”, un modello estensibile ad altre realtà regionali che prevede la messa in rete di know-how e strumenti, con il fine ultimo di offrire a ogni paziente la migliore prestazione possibile. Parallelamente, si punta alla formazione continua del personale sanitario. L’appuntamento di Aci Castello, intitolato “Sfide e prospettive”, coinvolge 600 operatori sanitari della regione.
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