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Che votiamo a fare nel 2023?

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Il fronte ‘monarchico’ per Draghi imperatore del mondo

Forse potremmo cercare, in qualche vecchio cassetto, un qualche titolo nobiliare di Mario Draghi. O potremmo far sì che, come si faceva in passato, il premier attuale possa acquistarlo da qualche nobile decaduto.

Basterebbe poi gettare via la Costituzione e tornare ad una monarchia parlamentare, un “Torniamo allo statuto” del nuovo secolo, che rimetta al centro il Re, che in questo caso sarebbe Draghi, ma non in un ruolo di comparsa. 

Se l'intenzione è questa, però, è importante che venga detto chiaro e tondo, senza giri di parole. Se la democrazia e il voto popolare non vanno più di moda, va detto. 

Lo dica Berlusconi, che ha detto “Siamo convinti che il lavoro del governo Draghi debba andare avanti fino al 2023 e anche oltre, per consolidare l’inizio della ripresa che è ancora molto fragile ed esposta a molti rischi".

Lo dica Calenda, che ha esultato per un allargamento del “fronte monarchico”, twittando che "L’apertura di Berlusconi a Draghi oltre il 2023 è un fatto molto importante. Serve continuità per gestire il PNRR e chiudere una stagione di conflitto tra i partiti europeisti e democratico".

Lo dica Giorgetti, che ha auspicato un regime semi-presidenzialista guidato dall'attuale premier, che secondo il numero due della Lega potrebbe sedere al Quirinale allargando le funzioni del Presidente della Repubblica, per instaurare una repubblica semi-presidenziale de facto. 

Draghi premier? Draghi al colle? Due piccioni con una fava, non escludendo anche un ruolo dal Commissario Tecnico della nazionale per l’ex presidente della BCE, nel caso Roberto Mancini non riesca a guidare la selezione verso i Mondiali in Qatar del 2022.

Scherzi a parte, è fondamentale dare la giusta importanza alle elezioni, ancora cuore e non solo simbolo della democrazia. 

Al netto di giudizi sull’operato di Draghi, pensare già adesso alla riconferma (in una diversa legislatura e con un diverso Parlamento) di un presidente non eletto e chiamato a gestire un'emergenza, anche se gode di ampio consenso, è sbagliato eticamente e politicamente, a meno che…

A meno che Draghi decida di allinearsi a chi lo vuole premier anche nella prossima legislatura, candidandosi come Presidente del Consiglio e mettendoci la faccia, appoggiato da Calenda, Renzi, Berlusconi, e forse una parte della Lega. 

Chi vuole Draghi a capo di un governo dopo il 2023, dovrà dunque convincerlo a candidarsi con la propria coalizione. Non c'è altra via, e quella appena citata ha l'aria di essere molto impervia.

2 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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