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L'ira della Cina per il boicottaggio ai Giochi invernali

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Bach (Cio): "Le Olimpiadi non possono risolvere problemi che generazioni di politici non hanno risolto"

"Per pregiudizi ideologici e sulla base di voci e bugie, gli Stati Uniti stanno cercando di rovinare i Giochi olimpici invernali di Pechino. Questo esporrà solo le loro cattive intenzioni e intaccherà ulteriormente la loro autorità morale e credibilità". Si è espresso così il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, in dichiarazioni riportate dalla Cnn all'indomani della decisione dell'Amministrazione Biden di non inviare una delegazione ufficiale a Pechino 2022 denunciando il "genocidio in atto e i crimini contro l'umanità nello Xinjiang".

Per il gigante asiatico si tratta di una "mossa sbagliata" da parte di Washington che ha "intaccato le basi e l'atmosfera degli scambi sportivi tra Cina e Usa e la cooperazione sulle Olimpidi". E, ha detto ancora Zhao, gli Stai Uniti che, "si sono dati la zappa sui piedi", dovrebbero "capire le gravi conseguenze della loro mossa".

L'Australia valuta la possibilità di seguire gli Stati Uniti, ma con un tono più 'soft'. Il governo di Scott Morrison, scrive il Guardian, starebbe considerando la possibilità di un riferimento alle restrizioni imposte per la pandemia di coronavirus per motivare l'assenza di rappresentanti ufficiali ai Giochi olimpici invernali in programma per il prossimo febbraio a Pechino. Un annuncio potrebbe arrivare presto, ma secondo Guardian Australia, difficilmente ci sarà una presa di posizione come quella dell'Amministrazione Biden e si valuta ancora il tono dell'annuncio, che potrebbe non essere presentato come un boicottaggio.

L'Amministrazione Biden ha motivato senza mezzi termini la decisione di "non inviare una rappresentanza diplomatica o ufficiale" ai Giochi con il "genocidio in atto", i "crimini contro l'umanità nello Xinjiang e altri abusi dei diritti umani". Stamani la Nuova Zelanda ha confermato che non sarà a Pechino 2022 "a livello ministeriale", citando "vari fattori", per lo più a causa ai timori per la pandemia di coronavirus.

"Le Olimpiadi non possono risolvere problemi che generazioni di politici non hanno risolto". Lo ha detto il presidente del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach in un'intervista esclusiva alla Dpa. Il Cio è stato criticato per non aver parlato e per aver eletto Pechino in primo luogo ad ospitare i Giochi: "la nostra responsabilità è gestire i Giochi in conformità con la Carta olimpica e il Contratto della città ospitante e riunire gli atleti di 206 squadre e la squadra di rifugiati del CIO sotto lo stesso tetto", ha affermato Bach.

Bach sostiene che non ci saranno “nessuna discriminazione, libertà di stampa, internet aperto, libertà di espressione per gli atleti. Siamo in stretto contatto con il comitato organizzatore. Ma il Cio non ha il potere e i mezzi per cambiare i sistemi politici. La neutralità politica del Cio e dei Giochi si applica qui. Aspettarsi che i Giochi Olimpici possano cambiare radicalmente un Paese, il suo sistema politico o le sue leggi, è un'aspettativa completamente esagerata. Le Olimpiadi non possono risolvere problemi che generazioni di politici non hanno risolto".

Bach ha anche affermato che il Cio sta ponendo una maggiore enfasi sui diritti umani in un processo di offerta rivisto, a partire dalla recente elezione di Brisbane per ospitare i Giochi del 2032. "Abbiamo cambiato radicalmente il processo di offerta per i Giochi Olimpici. Puoi vedere nella valutazione di Brisbane che i diritti umani e gli argomenti sociali hanno un ruolo speciale d'ora in poi", ha detto il tedesco.

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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