Abbattuti i tempi per ok a impianti rinnovabili
Il ministro alla transizione ecologica Cingolani tira dritto: "Se amministrazione tergiversa subentra lo Stato"
Grazie al decreto Semplificazioni, i tempi necessari ad autorizzare un impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili dovrebbero venire tagliati a poco più di un quinto rispetto alla situazione attuale (occorrono più di tre anni, in media, per il via libera). Lo spiega il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, accennando, a Bruxelles a margine del Consiglio Energia, ad uno dei problemi che ostacolano la transizione verde, come ha notato la Commissione Europea.
"Nel caso italiano - dice Cingolani - quando sono arrivato al Ministero, i tempi medi erano 1.250 giorni per un impianto. Questo avrebbe voluto dire partire oggi e avere gli impianti quando il Pnrr era già finito: non poteva andare. Il decreto Semplificazioni ha fatto operazioni di ripulitura della catena dei permessi, che sulla carta dovrebbero portarci a 270-280 giorni, che è lo standard internazionale migliore. Le aste iniziano tra breve e vedremo se il risultato è raggiunto, ma certamente è stato fatto un lavoro molto forte".
"Va ricordato anche - aggiunge Cingolani - che nel caso in cui un'amministrazione dovesse essere lenta, o tergiversare troppo, subentra il potere sostitutivo dello Stato, che prima non c'era. Una cosa fermata per troppo tempo ritorna al governo e si decide sì o no in base a dati fattuali. Sono abbastanza ottimista sui risultati, anche perché il senso di urgenza non ce l'ho solo io, ormai ce l'hanno tutti. Tutti gli operatori sono perfettamente allineati su questa cosa - conclude - noi dobbiamo dimostrare di funzionare come macchina".
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