Gratta e Vinci: cleptomania o voglia di cambiare vita?
La vicenda del tabaccaio di Napoli ha suscitato scalpore in tutto il paese. Un caso da film irrisolto con tante domande
È in carcere con l’accusa di furto pluriaggravato e tentata estorsione il tabaccaio di Napoli che secondo le accuse avrebbe sottratto un Gratta e Vinci dal valore di 500.000 euro a un’anziana signora.
La ricostruzione dei testimoni
La prima ricostruzione dei fatti vede l’uomo, titolare della tabaccheria, sottrarre il biglietto vincente alla legittima proprietaria, montando poi in sella al suo scooter per scappare con il bottino.
Il tabaccaio in fuga, dopo aver aperto un apposito conto in una banca di Latina per depositarvi la vincita, si è diretto a Fiumicino intento a prendere un volo per le Isole Canarie. L’allarme lanciato dalle autorità su tutto il territorio Europeo con il suo nome ha però impedito all’uomo di proseguire la fuga, raggiunto proprio all’aeroporto dalle forze dell’ordine.
L’uomo è accusato, oltre che di furto aggravato, anche di tentata estorsione nei confronti della donna. Quadro che verrà chiarito nel corso delle indagini.
La versione del tabaccaio
La reazione dell’uomo dopo il fermo è stata tutt'altro che scontata. Il tabaccaio avrebbe infatti tentato in ogni modo di convincere le autorità della sua versione, che porta la storia ad essere ancora più interessante.
“Il biglietto è mio”, avrebbe continuato insistentemente a ripetere l’uomo alle forze dell'ordine.
Nella sua versione, l'uomo avrebbe dato all’anziana signora il biglietto esclusivamente per riscuoterlo, non volendo entrare nella tabaccheria per i pessimi rapporti che lo legano alla proprietaria e pensando di aver vinto solo 500 euro. La titolare della tabaccheria sarebbe infatti l’ex moglie dell’indagato, che sosterrebbe di non lavorare più in quel locale da tempo. Una ricostruzione fantasiosa, prontamente smentita dall'avanzare delle indagini che, con l'aiuto dei testimoni e delle telecamere, hanno portato all’arresto dell’uomo dopo che inizialmente era stato denunciato in stato di libertà.
Il mistero del perchè
Considerando il profilo Facebook dell'indagato, che mostra uno stile di vita opulento fatto di rolex e viaggi costosi, probabilmente il movente non è da ricercare in eventuali problemi economici dell'uomo. Un gesto talmente sciocco, caratterizzato da goffaggine ed errori grossolani, che spinge a chiederci il “perché”.
Perchè rischiare licenza, dignità e reputazione rubando alla luce del giorno e sotto gli occhi di tutti, nella propria tabaccheria?
La risposta potrebbe trovarsi in un disturbo della personalità, un sintomo di nevrosi come la cleptomania.
La cleptomania è considerata una malattia a tutti gli effetti, e causa a chi ne è affetto un piacere irrefrenabile nell’atto di compiere un furto e può essere conseguenza di malattie mentali come demenza senile o paralisi.
La spiegazione della cleptomania tuttavia ha diverse falle. I cleptomani compiono infatti, generalmente, furti di oggetti inutili o di scarso valore. Una volta compiuto l’atto, la reazione di una persona affetta da cleptomania è quella di giustificarsi con scuse razionali e restituire il bottino in preda ai sensi di colpa. Reazione esattamente contraria a quella del tabaccaio di Napoli, che ha negato l’ipotetico furto.
Osservando l’avanzamento delle indagini, in caso di condanna la domanda del “perché” di un tale gesto del tabaccaio resterebbe: una scelta che cambierà irrimediabilmente il resto della sua vita. L'altra opzione è che la scelta sia stata razionale e dettata proprio dalla volontà di cambiare vita, ma secondo questa ipotesi sarebbe strana la scelta di prendere un aereo, rendendosi immediatamente rintracciabile.
Cosa sia scattato testa di un uomo ben voluto in tutto il suo quartiere resta, per ora, un vero mistero.
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