Quelle riforme energetiche sempre rimandate
Giacomin (Icn): 'rischiamo di pagare a caro prezzo ritardi su transizione
Sulla transizione energetica siamo in ritardo. Un grave errore che, con il conflitto tra Russia e Ucraina, rischiamo di pagare a caro prezzo. Lo afferma Serena Giacomin, presidente Italian Climate Network in merito agli effetti del conflitto fra Russia e Ucraina sulla transizione ecologica e e sugli accordi internazionali sul clima.
"Si discute costantemente sulla necessità di una transizione energetica adeguata a rispondere alla crisi climatica per ridurre gli impatti ambientali, pur rispondendo al nostro fabbisogno di energia. Ma troppo spesso - spiega Giacomin - viene trascurato, anche consapevolmente, un aspetto essenziale della transizione di cui anche l’Italia ha bisogno e che la transizione sarebbe in grado di garantire: la sicurezza sociale ed economica".
Una transizione energetica adeguata, sottolinea la presidente Italian Climate Network, "è quella transizione che, grazie a un piano strategico complesso e strutturato, riesce a sfruttare le risorse di un territorio (senza depauperarle, dunque in modo sostenibile) garantendo indipendenza - e quindi sicurezza - rispetto alle risorse di energia che il paese consuma".
Su questo fronte, spiega Giacomin, "si è lavorato molto male negli ultimi anni, dequalificando la gestione dell’energia e la maturazione di un sistema più indipendente e più pulito ad un problema puramente ambientale, e non sociale ed economico. Questo è un grave errore. Il timore è che questo ritardo lo pagheremo a caro prezzo, a causa della forte dipendenza estera (le nostre importazioni di gas dalla Russia sono al 30%, il resto proviene principalmente da Algeria, Libia, Olanda e Norvegia, Qatar e Arzebaijan) e di una scarsa visione interna".
L’attualità, sottolinea la presidente di Italian Climate Network, "ci inorridisce e mette in evidenza quanto la guerra per le risorse sia aspra e disumana. Ricordiamoci, anche in questo momento di paura e preoccupazioni, quanto la nostra quotidianità sia legata alle fonti di energia primaria e quanto esse abbiano valore. Rispondere in modo adeguato alla crisi climatica vorrebbe dire esattamente questo: costruire a passo svelto un futuro sostenibile e più sicuro per tutti".
Attualmente "è prematuro prevedere che cosa accadrà nel conflitto ucraino-russo. Così come è prematuro valutare come l’Europa potrà mantenere gli accordi presi in sede di negoziati Cop in questo pessimo scenario. Certamente il segnale che la fornitura di gas potrebbe diminuire o diventare troppo costosa è forte. Dovevamo procedere verso la transizione energetica, ma siamo in ritardo. Forse, oggi, è ancora più chiaro che altri ritardi non ce li possiamo proprio permettere” conclude Giacomin.
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