Le 8 proposte del Codacons sul caro-carburanti
Otto punti consegnati al governo nel corso dell'incontro con il ministro Urso al Mimit: da prezzo imposto a Eni a controlli Gdf e recupero accise
Sono otto le proposte in tema carburanti che il Codacons a inoltrato oggi al governo, nel corso della riunione con il ministro delle Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso. Secondo l'associazione dei consumatori, il primo punto sarebbe quello di intervenire sui prezzi dei distributori dell'Eni. In considerazione del controllo di fatto esercitato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, in forza della partecipazione detenuta sia direttamente sia attraverso Cassa Depositi e Prestiti su Eni, il Codacons chiede la riproposizione dell’iniziativa 'Riparti con Eni' del luglio 2012. Il Governo potrebbe oggi imporre ad Eni spa di ridurre immediatamente il costo del carburante al distributore di 20 centesimi al litro, e limitando in ogni caso il costo della benzina a massimo 2 euro sulle autostrade.
Al secondo punto, l'associazione guidata da Carlo Rienzi propone il controllo diretto sul prezzo della benzina da effettuare tramite una piattaforma digitale del Mimit. Secondo il Codacons, quindi, in una realtà sempre più connessa e veloce, si propone la predisposizione di piattaforme e/o app gestite direttamente dal ministero delle Imprese e del made in Italy che, in modo intuitivo e semplice, consenta in tempo reale un controllo diretto da parte dei consumatori sui prezzi del carburante in autostrada e fuori. Lo stesso Ministero potrebbe assegnare un bollino ai distributori più performanti in termini di prezzo e segnalati attraverso piattaforme e/o app, dai consumatori. Nello stesso tempo, l’applicazione potrebbe segnalare i distributori premiati in base alla posizione del consumatore, in modo che quest’ultimo possa immediatamente trovare quelli a lui più vicini.
La terza proposta riguarda, invece, mister Prezzi. Si propone, indica il Codacons, che le associazioni rappresentative a livello nazionale e facenti parte del Cncu siano investite del ruolo di controllo dei prezzi in collaborazione con il Garante per la Sorveglianza dei prezzi, operante presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy. Tale ruolo potrebbe essere esercitato dalle associazioni collettivamente con una commissione specifica o a rotazione. Quarto punto, poi, quello del recupero del valore delle accise, con una tassazione dei superprofitti su aziende e redditi superiori al milione all'anno. In pratica, avanza il Codacons, al fine di calmierare i prezzi, appare inoltre imprescindibile la riduzione progressiva delle accise fino ad arrivare, possibilmente, a una loro completa eliminazione. Il taglio delle accise è raggiungibile, in conformità al principio di cui all’art. 53 costituzione, tramite la previsione di una maggiore imposta sulle aziende che hanno fatto superprofitti e sui redditi superiori a un milione di euro anno.
Il Codacons, poi, propone di eliminare l'obbligo del servizio servito in autostrada, con un tetto massimo del prezzo finale. Si propone, scrive l'associazione al ministro, di incentivare il self-service anche in autostrada con eliminazione dell’obbligo del servito in autostrada. In particolare, sugli impianti autostradali il 'servito' rappresenta il 20% dei rifornimenti. Al contrario, negli altri Paesi europei (es Francia, Germania ecc.) è disponibile anche in autostrada solo la modalità self-service. Il costo sulle autostrade del carburante non deve comunque superare, sia per self service che per servito, il 2% rispetto al costo sulla rete stradale ordinaria.
Al sesto punto, i controlli a campione della Guarda di finanza sulle pompe bianche, per sanzionare chi acquista di contrabbando. Per quanto riguarda le pompe bianche, spiega nel dettaglio il Codacons, pur essendo evidente che tali pompe offrono prezzi vantaggiosi per i consumatori (e, per questo pienamente sostenute dalla scrivente associazione), non può non rilevarsi che sia necessario un monitoraggio per garantire che non siano coinvolte in operazioni in danno del fisco. Infatti, in alcuni casi può succedere che la pompa bianca rivenda benzina che viene acquistata illegalmente e che, dunque, non venendo assoggettata a tassazione, a lungo termine danneggia le entrate fiscali e, dunque, gli stessi consumatori.
Settima proposta, quella di una determinazione della percentuale massima di ricarico delle commissioni di intermediazione, in tutti i passaggi della filiera. Il prezzo finale risente anche di fenomeni di speculazioni finanziaria non necessariamente correlati al costo del barile. Quanto alle quotazioni Platts si rileva come dal 30 dicembre al 10 gennaio, nonostante le stesse siano calate, tale calo non si sia riflesso sui prezzi alla pompa. Nel dettaglio, il valore definito dall’agenzia londinese a cui una tonnellata di benzina o di gasolio può essere venduta dalle raffinerie si attestava per il gasolio a 738,76 euro al 30 dicembre per passare ai 714,43 euro al 6 gennaio e, addirittura, scendere a 699,18 euro al 10 gennaio. Per la benzina stesso trend: 582,39 euro al 30 dicembre, 553,85 euro al 6 gennaio e 552,19 euro al 10 gennaio. Per questo motivo si propone la determinazione del massimo di ricarico commissioni di intermediazione, nella misura percentuale che si riterrà più idonea, in tutti i passaggi della filiera dal produttore alla raffinazione alla vendita.
Tale risultato, motiva il Codacons, è raggiungibile mediante l’estensione dell’ambito di applicazione della legge 231 del 2005 che vieta gli aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio nel settore agroalimentare al settore dei carburanti. Contemporaneamente, sarebbe necessario superare il punto debole della richiamata normativa, definendo quale sia il prezzo anomalo, ossia quella alterazione dei listini che dia il potere di intervento a Guardia di Finanza e Agenzia delle entrate. Basterebbe definire una percentuale massima di ricarico tra un passaggio e l’altro della filiera, oltre la quale si cadrebbe nel prezzo anomalo e, quindi, in un illecito sanzionabile. Infine, l'ultima proposta è quella di incrementare le possibilità, per le società autostradali, di gestire direttamente i punti vendita. Il Governo potrebbe prevedere l’incremento della possibilità per le società autostradali di gestire direttamente punti vendita del carburante, con l’obiettivo di abbassare i prezzi sulle autostrade, con obbligo di adozione - nei contratti tra gestori e società petrolifere - del contratto di commissione.
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