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Il mercato auto a rischio economia e occupazione

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La diatriba nasce per i veicoli leggeri a partire dal 2035 con una possibile estensione al trasporto pesante dal 2040

"L’Europa e l’Italia hanno bisogno della loro industria e di energia per crescere. Non possiamo condividere scelte ideologiche che non siano supportate da valutazioni oggettive e complete su tutta la catena del valore, che rispettino in principio della neutralità tecnologica". Così Giuseppe Ricci, presidente di Confindustria Energia, esprime le preoccupazioni degli imprenditori sull’orientamento della Commissione europea sul bando del motore a combustione interna per i veicoli leggeri a partire dal 2035 con una possibile estensione al trasporto pesante dal 2040.

"Azzerare le emissioni del settore trasporti resta l’obiettivo da traguardare ma politiche ideologiche non supportate da piani industriali concreti e da analisi di sostenibilità degli investimenti rischiano solamente di minare la competitività del settore dell’automotive e a seguire quello dell’energia con conseguente deindustrializzazione. Il solo effetto è di aumentare la dipendenza dell’Unione europea da mercati internazionali con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione", spiega nel corso dell’evento organizzato dal Parlamento europeo in collaborazione con la Commissione europea e Fasi dal titolo “La sfida europea dell’Unione energetica”.

"L’attuale crisi energetica – aggiunge Ricci - è maturata ben prima dell’aggressione dell’Ucraina a causa dello sbilanciamento tra domanda e offerta di gas provocato dal calo degli investimenti nella produzione fossile, dal passaggio da carbone a gas della Cina e dalla ripresa dei consumi post Covid. Questa è stata la ragione dell’incremento dei prezzi, poi la guerra ha messo in discussione anche l’approvvigionamento stesso del gas, dimostrando come sia rischioso puntare prevalentemente su un unico fornitore. Lo stesso vale per il modello energetico futuro, dove è molto rischioso puntare su un’unica soluzione e lo stesso vale per il settore automotive che già oggi è in crisi e che rappresenta una parte significativa del Pil europeo".

"L’approccio “mono soluzione” di puntare esclusivamente sulla mobilità elettrica, su cui si sta orientando la Commissione europea, oltre ad essere più rischioso e tecnologicamente immaturo sui settori dei trasporti cosiddetti Hta (hard to abate), non considera - prosegue Ricci - la sostenibilità sociale ed economica della transizione, rischiando solamente di alimentare una crisi del sistema industriale ed energetico europeo, mettendo a repentaglio gli stessi obiettivi di decarbonizzazione".

"La strategia europea da adottare deve, invece, far leva su un approccio olistico che preveda, in linea con il principio di neutralità tecnologica, l’adozione di tutte le soluzioni rinnovabili e low carbon, in sinergia e complementarietà tra di loro, valutando gli interventi sulla base dell’intero ciclo di vita, assicurando in questo modo il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nel modo più efficiente ed efficace possibile", aggiunge.

"In Italia – conclude il Presidente di Confindustria Energia - abbiamo sviluppato tecnologie ed eccellenze per la produzione di prodotti energetici sostenibili, quali i biocarburanti e altri low carbon fuels valorizzando le competenze e know-how nel campo dell’economia circolare. I nostri sforzi sono poi diretti a potenziare l’impiego del gas, nelle sue forme bio e rinnovabili, sia per il trasporto su strada che per quello marittimo, oltre che a decarbonizzare quella parte di industria che non può utilizzare solo l’energia elettrica. Tutto ciò utilizzando le infrastrutture esistenti. Appare doveroso salvaguardare la competitività delle filiere tecnologiche italiane, a partire dal settore energetico e quello automotive, valorizzandone il know-how e il contributo in termini ambientali, di ottimizzazione delle risorse e di sicurezza energetica".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacomelli

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