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Il Corno d'Africa piomba nella disperazione

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Unicef lancia l'allarme: nel Corno d'Africa oltre 1,5 milioni di bambini sono a rischio a causa della malnutrizione

Unicef lancia l'allarme: nel Corno d'Africa oltre 1,5 milioni di bambini sono a rischio a causa della malnutrizione e più di 2,5 milioni di persone sono sfollate a causa della siccità. La scorsa settimana, il direttore generale dell’organizzazione, Catherine Russell, ha intrapreso una missione in Kenya orientale per incontrare le famiglie e i rifugiati colpiti dalla crisi e che lottano per riprendersi dalla peggior siccità degli ultimi 40 anni.

Nel Corno d'Africa, infatti, molte famiglie hanno perso il bestiame, i raccolti e l'intero sostentamento, aspetti che hanno messo a rischio la vita di oltre 1,5 milioni di bambini a causa della malnutrizione acuta grave. Anche dopo le recenti piogge, il terreno arido non è comunque in grado di assorbire tutta l'acqua, causando inondazioni e ulteriori devastazioni. Inoltre, in Kenya, Etiopia e Somalia, la siccità ha causato lo sfollamento di più di 2,5 milioni di persone. I bambini soffrono la fame, perdono la scuola, sono costretti al lavoro minorile o al matrimonio precoce e si ammalano, anche a causa di epidemie di colera.

La pioggia è finalmente arrivata, dando alle persone speranza, ma bisogna fare tanta strada per la ripresa. I bambini hanno ancora fame, sono esposti al rischio di colera, hanno bisogno di andare a scuola e molti non hanno prospettiva di tornare a casa. Ci vorrà tempo e impegno della comunità internazionale per queste comunità per iniziare a riprendersi,” ha dichiarato Russell, dopo la missione keniota a Garissa e al campo profughi di Dadaab. “Le famiglie - ha aggiunto - hanno perso la maggior parte del bestiame e le nuove coltivazioni impiegheranno mesi per crescere. Ora devono affrontare le inondazioni. Una donna ha spiegato come i torrenti d'acqua abbiano spazzato via i suoi pochi beni preziosi, tra cui il materasso su cui dormivano lei e il suo bambino".

La siccità nel Corno d'Africa è stata aggravata da anni di conflitti e insicurezza, dall'impatto socio-economico della Covid-19 e dall'aumento dei prezzi di cibo e carburante.?Molte famiglie non possono permettersi i beni di prima necessità per sopravvivere. “Ho incontrato 2 bambini, Khalid e Khalil, che si sono ripresi dalla malnutrizione grazie all’intervento dell’Unicef e dei partner. Per supportare la ripresa dei bambini come loro, è necessario che la risposta umanitaria sia sostenuta e che i sistemi da cui dipendono i bambini siano rafforzati,” ha sottolineato Russell, spiegando che “questo include migliorare l’accesso ad alimenti terapeutici e nutrizionali di base, assicurare l’accesso a servizi idrici e sanitari, fornire opportunità di sussistenza e rafforzare i sistemi di protezione sociale per mitigare la crisi climatica.”

Il direttore durante la sua missione ha visitato un centro di stabilizzazione sostenuto dall'Unicef per i bambini affetti da grave malnutrizione, nonché i servizi ambulatoriali per quelli in fase di recupero. Ha anche incontrato bambini che si sono ripresi dalla peggiore forma di malnutrizione grazie al cibo terapeutico pronto all'uso (Rutf), fornito dall'Unicef con i fondi dell'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (Usaid). A Dadaab, vicino al confine con la Somalia, Russell ha incontrato i nuovi rifugiati arrivati dalla Somalia al Campo profughi di Ifo, dove l’Unicef lavora con i partner per fornire nutrizione, protezione sociale e istruzione, e ha visitato un centro per la salute che fornisce servizi sanitari e nutrizionali ambulatoriali.

“Le famiglie continuano ad arrivare a Dadaab dalla Somalia sperando disperatamente di sopravvivere,” ha proseguito Russell. "L'Unicef è grato al governo del Kenya per il rinnovato sostegno ai rifugiati in arrivo e alle comunità locali, a loro volta colpite dalla siccità. Dobbiamo rispondere a queste emergenze costruendo al tempo stesso una resilienza a lungo termine nelle aree vulnerabili", ha concluso.

L’Unicef sta lavorando con i governi e i partner nella regione per supportare milioni di bambini che hanno bisogno di aiuto. Quest’anno, l’organizzazione chiede 759 milioni di dollari (circa 687 milioni di euro) per fornire supporto salvavita a 16,6 milioni di persone, compresi 12,2 milioni di bambini, in Etiopia, Kenya e Somalia.

10 Maggio
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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