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Come arrivare ad avere un vaccino a prova di Covid

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Un team di scienziati ha avviato una nuova tecnologia e ha dimostrato che, modificando un solo antigene si può fornire una forte risposta immunitaria

Missione: arrivare ad avere un vaccino anti-Covid 'a prova di futuro', cioè in grado di proteggere anche da varianti successive e da una gamma ancora più ampia di coronavirus attuali e che verranno. Un team di scienziati ha fatto un passo avanti verso questo traguardo con una nuova tecnologia e ha dimostrato che, modificando un solo antigene (molecola che induce il sistema immunitario a produrre anticorpi), si può fornire una risposta immunitaria ampiamente protettiva negli animali. La tecnologia dell'antigene vaccinale è stata sviluppata a inizio 2020 dall'università di Cambridge nel Regno Unito e da una realtà che si chiama DIOSynVax (Digitally Immune Optimized Synthetic Vaccines), ed è una società spin-out dell'ateneo britannico, fondata nel 2017 con il supporto di Cambridge Enterprise, braccio dell'università che si occupa di commercializzazione.

Il candidato vaccino messo a punto ha fornito protezione contro tutte le varianti conosciute di Sars-CoV-2, così come contro altri principali coronavirus, compreso quello che causò la prima epidemia di Sars nel 2002. Studi su topi, conigli e porcellini d'India - passo che precede i trial clinici sull'uomo, questi ultimi attualmente in corso a Southampton e Cambridge - hanno mostrato una forte risposta immunitaria con una tecnica che prende di mira le parti del virus che sono necessarie per farlo replicare. Il candidato vaccino si basa su un singolo antigene progettato digitalmente e ottimizzato. Anche se è stato sviluppato prima della comparsa delle varianti Alfa, Beta, Gamma, Delta e Omicron di Sars-CoV-2, ha fornito una protezione forte contro queste e contro le varianti più recenti. Gli esperti ritengono dunque possa avere un effetto scudo anche contro varianti future.

DIOSynVax (Digitally Immune Optimized Synthetic Vaccines) utilizza una combinazione di biologia computazionale, struttura proteica, ottimizzazione immunitaria e biologia sintetica per massimizzare e ampliare lo spettro di protezione che i vaccini possono fornire contro le minacce globali, comprese le epidemie virali esistenti e future. I suoi candidati vaccini possono essere implementati in una varietà di piattaforme di consegna e produzione di vaccini. I risultati sono riportati sulla rivista 'Nature Biomedical Engineering'. Da Sars in poi i 'salti' di coronavirus dagli animali all'uomo hanno rappresentato una minaccia per la salute pubblica. Da qui la caccia a vaccini in grado di fornire una protezione ad ampio raggio.

"In natura, ci sono molti di questi virus che aspettano solo che accada un incidente", osserva Jonathan Heeney del Dipartimento di medicina veterinaria di Cambridge, che ha guidato la ricerca. "Volevamo creare un vaccino che proteggesse non solo dalla Sars-CoV-2, ma da tutti i suoi 'parenti'. I virus mutano e cambiano continuamente", ricorda. Così il team ha deciso di cambiare bersaglio. Non più la proteina Spike, ma regioni cruciali di cui il virus ha bisogno per completare il suo ciclo vitale, identificate attraverso simulazioni al computer e selezionando antigeni conservati strutturalmente. "Questo approccio ci consente di avere un vaccino con un ampio effetto che i virus avranno difficoltà ad aggirare", assicura Heeney.

Il team ha identificato una struttura antigenica unica che ha fornito risposte immunitarie ampie contro diversi coronavirus Sarbeco, una vasta famiglia. Ora si aspettano gli esiti dei primi test sull'uomo, partiti sulla base di un "forte profilo di sicurezza" in strutture di ricerca del National Institute for Health and Care Research (Nihr).

"Questa tecnologia combina le lezioni apprese dagli errori della natura e mira a proteggerci dal futuro", conclude Heeney. "Si aprono le porte a vaccini contro virus che ancora non conosciamo. E' una tecnologia diversa: un vero punto di svolta".

26 Settembre
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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