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La politica dei piccoli passi in nome della salvezza

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Il pubblico all'uscita dallo Stirpe mugugnava per la mancata vittoria ma immaginiamo che l'obiettivo di DiFra sia Empoli

Il bicchiere è mezzo pieno. Inutile girarci attorno, anche se ieri dopo il triplice fischio della fine del match contro il Bologna qualche tidfoso mugugnava perché non aveva visto il solito spartito del Frosinone, poca musica, si diceva, qualche stecca e qualche azione fuori dal coro. Sì, però ha portato in dote 1 punto. Contro il Bologna che, ricordiamo, è quarto in classifica, e che ha perso solo 5 volte, 3 fuori. 

D'accordo, il Frosinone non ha attaccato in maniera armonica, non si è espresso in modo tale, come eravamo abituati a vedere, ma ha giocato un gran primo tempo all'attacco, per mezzora il Bologna ha faticato a superare la metà campo, tant'è che il primo tiro verso Turati è stato scoccato al 37' da Orsolini, un tiro-mozzarella, tra l'altro. Senza contare le due occasioni da rete non valorizzate da Cheddira e Okoli, dove Skorupski si è dimostrato reattivo. 

Di tutt'altra pasta la ripresa, tanto che alla fine del match abbiamo contato un inusuale 66% a favore dei felsinei sul possesso palla. Il Bologna ha spinto col suo gioco avvolgente, fatto di ragnatele di passaggi, ma, bontà giallazzurra, Romagnoli era in stato di grazia e Zirkzee, sfortuna rossoblù, in giornata decisamente svogliata. Così, abbiamo contato qualche rapido contropiede canarino non meglio valorizzato, anche per la giornata storta di Soulé, ma gli emiliani sono stati padroni del campo ma non del gioco, nel senso che la tattica di DiFra è stata chiara sin dall'inizio: non si rinuncia ad attaccare, con Valeri e Zortea ancora più alti rispetto al passato, ma chiamati al sacrificio in fase di non possesso palla. Questo ha permesso al Frosinone di non rischiare mai come in passato, seppure il Bologna è arrivato vicino alla rete. Diciamo anche che, rispetto a qualche giornata precedente, il pallone finale nell'azione da flipper invece che sbattere sulla traversa e poi sparire in curva sarebbe entrato. 

Quindi il bicchiere è mezzo pieno. Soprattutto in virtù dei risultati maturati. Sì, l'Empoli ha vinto un match incanalato verso il pareggio a tempo scaduto e con una topica di un nazionale come Bellanova e il Cagliari ha ribaltato un'Atalanta in stato di grazia ma non pressante come suo costume, ma ha sorprendentemente perso il Verona in casa contro un Genoa che al campionato a livello di obiettivi ha ancora poco da chiedere e il Sassuolo ha gettato in discarica 2 punti a Salerno, raggiunto nel finale, seppure con una rete viziata da un fallo non riscontrato dall'arbitro e, peggio, dal Var. In tutto questo, ha perso anche il Lecce a Milano mentre l'altra meneghina stasera se la vedrà a Udine, un'altra partita che i tifosi ciociari non vedranno in modo disinteressato. 

La classifica oggi dice Salernitana ultimissima a quota 15, Sassuolo a 25, Frosinone una spanna su a 26, il Verona a 27, Empoli e Udinese a 28, Lecce a 29 e Cagliari a 30. Qualche tifoso mentre prendeva la strada di casa mugugnava che coi pareggi ci fai poco se poi non vinci. Eh, vero, ma la politica dei piccoli passi, un pensiero e un'azione utilitaristiche, occorre farle. Così guardando il calendario, i ciociari in casa affonteranno Salernitana, la scudettata Inter e l'Udinese nell'ultimo match. 

Intanto, guardando i prossimi impegni in calendario sabato prossimo spunta venerdì Lazio-Salernitana, poi sabato Lecce-Empoli, alla solita ora di pranzo della domenica ecco Napoli-Frosinone, poi Sassuolo-Milan, Udinese-Roma, Inter-Cagliari e Atalanta Verona. Poi, la trasferta di Torino, alla 34^ giornata ecco la Salernitana allo Stirpe, il 5 maggio la trasferta di Empoli, il 12 maggio l'Inter a domicilio, poi nel penultimo turno a Monza e infine il match salvezza interno contro l'Udinese. Un cammino, in verità, non proibitivo, dove forse l'unica partita difficile è proprio la prossima, quella contro un Napoli tornato ai livelli della scorsa stagione, ma è pur vero che i partenopei sono molto a corrente alternata. Anche perché immaginiamo che la madre di tutte le partite per DiFra sia quella a Empoli, dove è previsto l'esodo di massa dalla Ciociaria: è lì che si deciderà la salvezza. 

 

8 Aprile
Autore
Gian Luca Campagna

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