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Il ministro che è in te nella scelta di un libro

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Roberto Speranza, Vincenzo Spadafora e Luigi Di Maio pubblicano le loro riflessioni politiche e intimiste

Ciao, sono un ministro e ho scritto un libro.

Ciao sono un profeta, sono un omosessuale, sono il riscatto della mediocrità. Dimmi qual è il ministro che è dentro di te e ti dirò qual è il libro che fa per te. Popolo di scrittori, quello italiano. E sì, perché puntuale come una cambiale in procinto di essere protestata, alcuni ministri di questo straordinario periodo storico hanno voluto un passepartout per l’eternità griffando una mole di parole dattiloscritte prima della scadenza naturale del mandato.

È il caso di tre ministri che in ‘rapida’ successione hanno voluto firmare una testimonianza diretta della loro esperienza, amministrativa ma soprattutto umana, perché un libro, soprattutto una biografia, resta un coacervo di fragilità, ambizioni, riflessioni, di fissare nero su bianco che ‘sì, scrivo, dunque esisto’. Così, Luigi Di Maio, ministro del lavoro e degli esteri di questa disgraziata legislatura (disgraziata per via della pandemia), il ministro alla sanità Roberto Speranza e l’ex ministro allo sport Vincenzo Spadafora hanno dato stura al loro estro e hanno vinto ogni ritrosia interiore fornendo elementi apodittici per confezionare best seller. Però, mentre a ottobre 2020 siamo stati privati della gioia di scorrere elucubrazioni e peana del ministro Speranza col saggio interiore ‘Perché guariremo’ (Feltrinelli) ora eccoci pronti a consumare con voluttà porcina le esperienze vissute sugli scranni ministeriali da Di Maio col suo ‘Un amore chiamato politica’ (Piemme) e l’intimistico ‘Senza riserve’ (Solferino) di Spadafora.

L’ironia, però, a essere sinceri, seppure macabra, vale solo per il libro di Speranza, che in piena pandemia ha avuto il tempo (leggi, sedere su una poltrona ministeriale, disponibilità di uno stuolo di ghost writer e di una equipe di addetti stampa personali) di scrivere un saggio sul peggiore male degli ultimi ottant’anni che ha stretto il mondo nelle sue spirali mortali in così breve tempo. ‘Perché guariremo’, a cui nel titolo si sarebbe dovuto aggiungere ‘e vivremo felici’, è sopravvissuto sugli scaffali delle librerie solo il tempo del battito d’ali di una farfalla, uscito a ottobre e subito ritirato dal mercato perché le riflessioni profetiche di esserci liberati dal Covid sono ovviamente cadute nel nulla, dato che si era in piena seconda ondata, che ha fatto registrare più morti della prima. Tant’è che il libro oggi lo trovate solo su e-bay, finanche a 350 euro.

Novembre, mese che anticipa le strenne natalizie, resta il momento migliore per lanciare un libro. Bene lo sanno le case editrici Solferino e Piemme. Gigi Di Maio dipinge se stesso probabilmente in un ritratto godibile, gridando al mondo dorato che chi anche è figlio del Sud può farcela, in una sorta di elogio del bibitaro (senza ironia) e riscatto sociale di proletaria memoria. E così non ha resistito alla tentazione di scrivere un mémoire anche l’ex ministro Spadafora, quello che alla fine del suo mandato amministrativo disse ‘lo sport è un mondo affascinante, che non conoscevo’ (sic!), pensando bene di promuovere le sue pagine di confidenze dicendo nel salotto buono della Rai che è gay, orientamento sessuale che fa sempre colpo e strappa applausi scroscianti da un pubblico cattosensibile.  

Alla fine, tra questi tre libri vai a vedere che tocca rivalutare l’elogio della mediocrità gridato da Gigino Di Maio.

2 anni fa
Autore
Gian Luca Campagna

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