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Draghi: "Italia faro della UE sui temi dei cambi climatici"

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A margine della Tavola di New York, plauso di Bonelli dei Verdi ed encomio di Prodi. Ma la responsabilità non è solo europea

L'Italia punterà sempre più sulla svolta green. La voce arriva direttamente dal premier Mario Draghi, convinto che i fondi del PNRR serviranno proprio al Paese per un cambio di passo ma anche per divenire in Europa un punto di riferimento per la sensibilizzazione ambientalista e tutela ambientale. 

"Molti Paesi - come l'Italia - hanno deciso di porre al centro dei loro piani di ripresa e resilienza un modello di crescita più verde e inclusivo. Tuttavia, sappiamo già che è necessario fare di più -ha dichiarato il premier-. Noi siamo senz'altro un Paese che sostiene con convinzione il ruolo guida dell'Unione europea nell'affrontare i cambiamenti climatici. Siamo determinati a porre l'Ue sulla giusta traiettoria per ottenere una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, e per azzerare le emissioni nette entro il 2050. Ma l'Unione europea oggi è responsabile soltanto dell'8% delle emissioni globali". Così il premier Mario Draghi, intervenendo in videoconferenza alla Tavola rotonda sui Cambiamenti climatici che si svolge a New York.

"Studi recenti mostrano la profonda interconnessione fra produzione di energia, emissioni di gas serra e cambiamenti climatici. Perciò, dovremmo convincere le persone e i Paesi a livello mondiale che accelerare la transizione energetica ha dei costi, ma genera anche grandi benefici. Soprattutto nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, la rapidità dei flussi di investimento indirizzati verso l'energia pulita è cruciale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile".

"Le politiche attuali sono insufficienti - ha sottolineato ancora il presidente del Consiglio - per impedire alle emissioni di energia mondiali di ritornare ai livelli del 2019 entro il 2022, e di continuare a crescere dopo il 2023. Questa tendenza è ben lontana dalla traiettoria necessaria ad azzerare le emissioni nette entro il 2050. La sfida - per Draghi - è evidente: raggiungere la transizione energetica dipende dalla possibilità di fornire un accesso all'elettricità generata da energie pulite a circa 785 milioni di persone entro il 2030 e di fornire ad oltre 2,6 milioni di persone un accesso a energie pulite per cucinare".

Bonelli, 'bene Draghi ma serve cambio di rotta'

"Condividiamo la parole del presidente Draghi che la crisi climatica sia grave e debba essere affrontata quanto la pandemia, proprio per questo allo stesso Draghi chiediamo un cambio rotta sulle politiche sul clima del governo italiano. A partire dal Piano nazionale integrato energia e clima, che non rispetta gli obiettivi sul clima e per il quale la commissione Ue è intervenuta sull’Italia per chiederne la modifica in quanto non ottempera i limiti sul clima a partire dalla riduzione della CO2". Lo afferma il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli.

 

Prodi, 'con Draghi Italia è in posizione privilegiatissima'
"Con Mario Draghi capo del governo l’Italia è in una posizione privilegiatissima perché è ascoltato, ha relazioni internazionali, quindi rispetto alla situazione di passaggio che c’è in Germania e in Francia l’Italia è un punto fermo". Così Romano Prodi intervistato da Giovanni Minoli nel corso della cerimonia di consegna del Premio Cavour.

"La politica si fa con la conoscenza delle persone, confrontandosi con chi è vicino, con la passione, non è solo calcolo - ha poi osservato Prodi - e senza la mediazione e la saggezza dell’Italia anche quando anche il motore era a due pistoni, Germania-Francia, in Europa non è mai passato nulla" ha concluso.

3 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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