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Ad aprile Draghi approvò il Pnrr. E insultò Erdogan

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Proprio quando in conferenza illustrava il piano rilancio per l'Italia, il premier in merito al sofà-gate affibbiò del dittatore al presidente turco

E continua il racconto dell'anno di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Aprile è  soprattutto il mese delle riaperture, con tutte le tensioni del caso. Il decreto che segna un primo passo verso il graduale ritorno a una pseudo-normalità, nonché l'esordio del green pass per spostarsi da regioni 'arancione' o 'rosse', viene approvato con l'astensione dei tre ministri della Lega, contrari al mantenimento del coprifuoco alle 22.

Draghi tira dritto, fermo nel suo modus operandi che viene descritto alla perfezione dal capo delegazione del M5S al governo, Stefano Patuanelli: "quando crede che una cosa sia giusta, nulla e nessuno possono fargli cambiare idea".

Ma aprile è anche il mese dell'approvazione del Pnrr. Il disco verde arriva in un lungo sabato in cui un Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto tenersi in mattinata finisce per riunirsi a tarda sera. Durante tutto l'arco della giornata Draghi tratta con Bruxelles, si fa garante del Paese, mette a tacere le preoccupazioni dei vertici europei sulle riforme da realizzare. Nella riunione del Cdm, insolitamente serale, Draghi annuncia il "green light" dell'Ue, strappando il lungo applauso dei presenti. 

Ed è in una conferenza stampa dove il premier fa il punto sul Pnrr, nonché anche sul procedere della campagna vaccinale, che Draghi innesca un incidente diplomatico con la Turchia. Rispondendo a una domanda sul cosiddetto 'sofa-gate' -vicenda che ha visto la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen lasciata senza sedia ad Ankara- il presidente del Consiglio taccia Erdogan di essere un "dittatore". La Turchia risponde per le rime, dando a Draghi del "maleducato". Il riavvicinamento, lento e graduale, avviene dopo una serie di contatti, fino a una telefonata che mette a tacere le intemperanze tra i due.

Intanto la campagna vaccinale va avanti spedita e il Cdm, nel mese di maggio, vara nuove riaperture, spostando il coprifuoco alle 23 -anche questa una decisione condita da mille polemiche- e stabilendo una 'roadmap' che consentirà gradualmente di dimenticare del tutto le lancette dell'orologio a partire dal 21 giugno, quando il coprifuoco finirà definitivamente nel dimenticatoio. Vengono inoltre rivisti i parametri in base ai quali le regioni vengono collocate nei quattro scenari di rischio.

A giugno Draghi vola in Cornovaglia per il G7, sul fronte europeo appare sempre più solido l'asse con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron, mentre l'intesa col presidente americano, Joe Biden -suggellata da un bilaterale sulle coste di Carbis Bay- appare piena.

A luglio si consuma il braccio di ferro col M5S sulla riforma della giustizia penale, che il Cdm faticosamente approva. E' il mese dei successi dell'Italia nello sport, a partire dagli Europei di calcio vinti a Londra. Il pullman degli azzurri, dopo una trattativa con le forze dell'ordine, si concede un bagno di folla nel centro di Roma destinato a suscitare polemiche, Draghi riceve i giocatori a Palazzo Chigi, plaude a un successo che passa alla Storia: "Ci avete fatto emozionare, commuovere, gioire, abbracciare", li accoglie. Ed è solo l'inizio.

Alle Olimpiadi in Giappone l'Italia fa incetta di medaglie, fino a tagliare un traguardo inimmaginabile: Marcell Jacobs vince l'oro nei 100 metri. Mentre parla con i giornalisti, il velocista italiano riceve inattesa la telefonata di Draghi. Qualche settimana più avanti lo stesso premier, ricevendo gli atleti olimpici a Palazzo Chigi, tornerà scherzando sul fuorionda: "Io non volevo disturbarti durante la conferenza stampa dopo la vittoria, io avevo chiamato Malagò...".

L'estate segna anche l'esordio del green pass in Europa. E della prima stretta del governo sul passaporto vaccinale. Il 22 luglio, il Cdm approva un decreto che istituisce, per tutti gli over-12, l'obbligo di mostrare la certificazione verde per accedere a ristoranti al chiuso, cinema, teatri, musei, piscine, palestre, eventi sportivi, concerti e concorsi, sulla falsariga di quanto già avvenuto in altri Paesi europei, in primis la Francia. Lo stato di emergenza, in scadenza al 31 luglio, viene prorogato al 31 dicembre. In tutta Italia spuntano come funghi proteste contro la stretta sul green pass. Ma Draghi non si lascia intimorire.

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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