Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Un anno di Draghi e l'idea di sostituire Mattarella

mario_draghi_.jpg

Domani il governo Draghi compie un anno: a dicembre era maturata l'idea che potesse essere il premier a diventare presidente della Repubblica

Il 14 dicembre il governo ha prorogato lo stato di emergenza, 'congelandolo' per tre mesi, fino a fine marzo. Intanto i partiti si interrogano sulla prossima tappa di 'super Mario', se resterà alla guida di Palazzo Chigi o salirà al Colle più alto, per prendere il posto di Mattarella. Il presidente del Consiglio al riguardo tace, si mostra persino indispettito quando in conferenza stampa qualche giornalista, sfidando il suo sopracciglio -che tende a sollevarsi quando qualcosa gli è sgradito-, gli pone domande sul Quirinale.

Fino al tradizionale appuntamento della conferenza di fine anno, quando lascia aperto uno spiraglio, definendosi un "nonno al servizio delle istituzioni", e sostenendo che il governo andrà avanti a prescindere, chiunque ne sarà alla guida. Non la pensano allo stesso modo le forze di maggioranza, che entrano in fibrillazione nell'immediato.

Fibrillazioni che si fanno sentire già nel primo Cdm utile, all'inizio del nuovo anno, quando l'obbligo vaccinale viene esteso a tutti gli over 50, il green pass base diventa necessario anche per recarsi al parrucchiere o dall'estetista, in banca o all'ufficio postale. Una stretta che Draghi, sui posti di lavoro, avrebbe voluto ancor più netta, introducendo l'obbligo di vaccinazione nel pubblico e nel privato. Un compromesso al ribasso, seppur senza eguali in Europa, che cela il fastidio di un premier che disdegna le 'bandierine' dei partiti nella lotta alla pandemia.

Intanto la partita del Quirinale entra nel vivo, con le forze politiche che sbarrano la strada all'ascesa di Draghi al Colle. In primis Lega, Fi e M5S, che chiedono a gran voce che il premier resti a Palazzo Chigi, a fronteggiare l'emergenza e puntellare il Pnrr. Nella settimana caldissima che porta al bis di Mattarella, lo stesso presidente del Consiglio scende in campo per giocare la sua partita. Incontri lontano da Palazzo Chigi, tra foresterie e appartamenti in via Veneto. Quando comprende che il dado è tratto e la maggioranza rischia di sfarinarsi, chiede lui stesso a Mattarella di restare, "per il bene e la stabilità del Paese". E veste i panni dell'ambasciatore tra un Capo di Stato che confidava in ben altro finale e i leader delle forze politiche, sull'orlo di una crisi di nervi dopo una settimana che ha messo a dura prova coalizioni e partiti.

Draghi torna saldamente alla guida del suo governo. Il due febbraio compie un altro passo decisivo per riaprire il Paese, allargando le maglie delle norme sulla frequenza scolastica e mettere in sicurezza la scuola in presenza. La Lega non prende parte al voto, disapprova la distinzione tra studenti vaccinati e non. Il premier tira dritto, "capisco i dubbi ma così è", dice in Consiglio dei ministri non lasciando spazio al dibattito.

Appena una settimana dopo chiude la riforma del Csm, altro capitolo controverso per i partiti che sostengono il suo governo. Draghi non può permettersi di dare l'immagine di un esecutivo che ha rallentato la sua corsa, di un premier che ha smesso di dettare la linea. Semmai tutto il contrario: punta ad evitare la palude, dare nuovo slancio all'azione di governo.

Ma l'aria resta tesa o quantomeno frizzante, la pressione delle forze politiche -a cominciare dal dossier sui rincari delle bollette- resta altissima, sul terreno le scorie della mancata elezione al Quirinale. Il presidente del Consiglio vola a Genova, prima tappa di un tour sul Pnrr su cui è intenzionato a mettere la faccia per mostrare al mondo intero l'Italia che riparte.

Perché c'è un segno che contraddistingue gli uomini come Draghi: la forza di superare gli ostacoli, di non arrendersi mai, di arrivare sino alla luna, se necessario, pur di centrare i propri obiettivi. Lo ha spiegato con chiarezza in un incontro informale con i ragazzi di 'Save the children', nella periferia romana: studio e impegno, avere in mente con chiarezza dov'è il traguardo per tagliarlo, la 'ricetta' del successo.

Gli 'ingredienti' sono quelli di chi è cresciuto con l'asprezza di una vita che ti mette a dura prova troppo presto: il vuoto di due genitori persi ad appena 16 anni, due fratelli più piccoli da tirare su. Ma la forza e la caparbietà di non arrendersi mai. Farcela. Whatever it takes. 

2 anni fa
Autore
Ileana Sciarra

Commenti