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Come i droni cambiano le sorti di una guerra

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Lo ‘Switchblade’ americano, il cosiddetto ‘drone kamikaze’, sarà un bruttissimo cliente per i russi

"I droni non cambiano l’andamento della guerra, ma sono efficaci ed è difficile attuare delle contromisure. Lo ‘Switchblade’ americano, il cosiddetto ‘drone kamikaze’, sarà un bruttissimo cliente per i russi". Così Pietro Batacchi, direttore della Rivista italiana Difesa (Rid), a proposito del ruolo dei droni nella guerra in Ucraina. Gli ucraini hanno già in mano quelli turchi, che si stanno rivelando molto efficaci contro i russi, mentre gli Stati Uniti hanno annunciato che invieranno alle forze di Kiev anche i loro ‘Switchblade’, i cosiddetti droni kamikaze’.

"Si tratta di droni molto diversi, sistemi completamente differenti – spiega Batacchi -, il drone turco, il ‘Bayraktar TB2’, è un Uav classico da 650 chili che trasporta degli ordigni, piccoli missili che vengono lanciati contro i mezzi corazzati russi, mentre lo ‘Switchblade’ è un piccolo drone che viene lanciato da un sistema simile a un mortaio, drone che circuita per un po’ di tempo e appena individua il bersaglio con la propria camera, ci si dirige contro. Ecco perché lo chiamano ‘kamikaze’ (oppure ‘loitering munition’), perché non lancia nessun missile, è esso stesso il missile".

"Si tratta – aggiunge - di sistemi molto efficaci, lo abbiamo visto anche nel Nagorno Karabakh, dove soprattutto gli azeri utilizzavano sistemi del genere israeliani, e proprio gli israeliani sono di fatto i maestri di questi ordigni, sono stati i primi a utilizzarli. Quelli israeliani sono probabilmente i più diffusi. In ogni caso, lo ‘Switchblade’ americano sarà un bruttissimo cliente per i russi. Però anche i russi hanno sistemi simili".

I maggiori produttori "di ‘loitering munition’ – osserva Batacchi - sono fondamentalmente gli israeliani, adesso anche gli americani, ma pure i russi e ovviamente i cinesi. Fra l’altro gli israeliani di recente hanno siglato un accordo con un’azienda tedesca per la commercializzazione di questi sistemi in Europa e anche in Italia. Diciamo che quello delle ‘loitering munition’ è uno dei trend più strutturati e seguiti degli ultimi due o tre anni in campo militare".

Nelle guerre moderne "questi sistemi sono molto efficaci", spiega ancora Batacchi, "e poi hanno un vantaggio, che consentono fino all’ultimo momento si abortire la missione. Se l’operatore, che chiaramente vede su uno schermo ciò che inquadra l’ordigno, si rende conto che si tratta di un bersaglio civile, può fare andare l’ordigno in un’altra direzione”. Quanto, infine, al ruolo dei droni proprio in uno scenario di guerriglia urbana, il direttore della Rivista italiana Difesa chiosa: “Non è che con lo ‘Switchblade’ cambia l’andamento della guerra, però si tratta di sistemi molto efficaci rispetto ai quali è anche difficile attuare delle contromisure".

2 anni fa
Foto: united states army
Autore
Claudio Mascagni

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