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Tutti pazzi per il clima ma i partiti restano 'timidi'

eolico

Mentre si preparano alle elezioni politiche ecco le conclusioni dello studio del think tank Ecco su energia e sostenibilità

L'energia è un tema divisivo tra i partiti in campagna elettorale con gli schieramenti che al di là del tetto (europeo o nazionale) del gas e della necessità di risparmi si dividono su provvedimenti e le tecnologie da adottare. Mentre sul tema del clima e della riduzione delle emissioni l'approccio generale appare debole con solo i Verdi-Si che avanzano proposte approfondite, come del resto è normale visto che il tema dell'ambiente è nel dna dello schieramento green. E' in estrema sintesi quanto emerge dallo studio realizzato dal think tank italiano indipendente per il clima Ecco che ha messo a confronto le proposte contenute nei programmi dei principali partiti: Verdi-Si, Pd, +Europa, Azione-Italia Viva, Noi Moderati, Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle.

Le temperature estreme di questa estate, siccità, incendi, frane e piogge torrenziali non hanno spinto ad esempio quasi nessun partito a indicare un obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni al 2030, come invece presente nella maggior parte dei paesi europei, ad eccezione di Verdi-Si, che propongono un obiettivo nazionale di riduzione del 70% rispetto al 1990, e Azione-Italia Viva, che propone una riduzione del 41% rispetto al 2018. La maggior parte degli altri partiti tende a confermare l’obiettivo comunitario di riduzione del 55% al 2030.

Analizzando provvedimenti più specifici, l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec, fermo al 2019), che individua alcuni strumenti e obiettivi di riduzione delle emissioni, viene menzionato solamente da Verdi-Si, Lega e +Europa. Solo Verdi-Si propone di anticipare l’obiettivo di neutralità climatica dal 2050 al 2045, in linea con quanto fatto in Germania. E ancora "la giustizia intergenerazionale – richiesta a gran voce dai giovani – è spesso menzionata nei programmi ma mai trattata in riferimento al clima" si legge nel documento del think tank.

Uno dei temi più caldi della campagna elettorale è l’energia, ampiamente trattato da tutti i partiti. Tutti gli schieramenti propongono un tetto al prezzo del gas, chi in sede europea e chi in sede nazionale. Il nucleare è uno dei punti cardine di Azione-Iv e della coalizione di centro destra che comunque dicono si' anche alle fonti rinnovabili. Il centro sinistra e il Movimento 5 Stelle mettono al centro l’efficienza energetica e le rinnovabili, anche identificando obiettivi quantitativi di breve e medio periodo mentre non prevedono un ricorso al nucleare.

La spaccatura si ripropone, sebbene in maniera molto meno netta, sul gas: il Movimento 5 Stelle non menziona nuove infrastrutture nel suo programma, il Pd e +Europa sono favorevoli a nuovi rigassificatori come soluzione ponte compatibile con la decarbonizzazione, mentre Verdi-Si promuove il pieno utilizzo dell’infrastruttura esistente prima di impegnarsi in nuovi impianti. Azione-Italia Viva propone la costruzione di due rigassificatori galleggianti, e lo stesso fa anche il centro destra, con la Lega che ipotizza un raddoppio del Tap e un gasdotto Barcellona-Sardegna-Penisola italiana, supportato anche da Fratelli d’Italia.

Sono simili anche le posizioni sull’aumento delle estrazioni nazionali di gas e petrolio, promosse dal terzo polo e dal centro destra e non menzionate nei programmi di Pd e +Europa. Il Movimento 5 stelle si oppone alla creazione di nuovi pozzi. Verdi-SI propongono la piena adesione dell’Italia, in occasione della prossima Cop27 a novembre in Egitto, alla Alleanza internazionale per l’uscita progressiva dalla produzione di gas e petrolio (Boga) che prevede lo stop alla produzione fossile entro il 2045.

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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