Regionali. I rifiuti scaldano la campagna nel Lazio
Il candidato dem spinge per il termovalorizzatore, Bianchi contrattacca per soluzioni più tecnologiche e di piccole dimensioni
"Va chiuso il ciclo dei rifiuti. Direi più un termovalorizzatore che un inceneritore perché produce energia che poi serve anche ai cittadini. Oggi va superata una situazione paradossale per cui soprattutto a Roma i rifiuti si prendono e girano per l'Italia facendo migliaia di chilometri inquinando e con dei costi eccessivi per esser poi conferiti in altri termovalorizzatori". Lo ha detto a Porta a Porta l'ex assessore alla Sanità del Lazio oggi candidato alla presidenza, Alessio D'Amato.
"Non è vero che con il termovalorizzatore non si possa fare la raccolta differenziata - aggiunge - Ispra dice che laddove esistono i termovalorizzatori aumenta anche la raccolta differenziata: bisogna creare una chiusura del ciclo del sistema".
"L'inceneritore è una soluzione vecchia, superata, che uscirà di scena anche nel resto d'Europa, che oggi viene spacciata per la soluzione al problema dei rifiuti, un inceneritore che non vede nel piano un programma serio di implementazione della raccolta differenziata, che per 30 anni chiederà rifiuti da bruciare e ci costerà in termini di emissioni, quindi tasse che noi pagheremo all'Europa, e che non sarà ecosostenibile". Lo ha detto Donatella Bianchi, candidata alla presidenza della Regione Lazio per il Movimento 5 Stelle, ospite a Porta a Porta.
"Dobbiamo invece guardare a soluzioni tecnologiche innovative più piccole, di modeste dimensioni, però investendo tanto sulla raccolta differenziata - spiega - quella che porta al riciclo, al riuso, al recupero, alla valorizzazione del rifiuto. L'inceneritore non risolve il problema della busta, del cassonetto sotto casa e invece lo stiamo raccontando così".
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