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L'Italia non invierà truppe in Ucraina

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Decisa presa di posizione del governo italiano e del ministro Tajani: "L'Italia vuole solo la pace"

L'Italia è per la pace, quindi non invierà eventualmente truppe dell'esercito in Ucraina. ''Noi non invieremo alcun soldato italiano a combattere contro i russi in Ucraina, non noi siamo in guerra con la Federazione russa, noi difendiamo solo il diritto dell'Ucraina ad essere un paese libero e condanniamo l'invasione da parte della Russia. Noi aiutiamo l'Ucraina perché vogliamo la pace, aiutiamo Kiev perché si possa sedere al tavolo della pace con la Federazione russa. Questo non comporta l'invio di militari italiani. Non se ne è neanche mai parlato in nessuna riunione della Nata, non se nè è mai parlato in nessuna riunione europea''. Lo ha detto il segretario nazionale di Fi, Antonio Tajani, parlando a margine di un incontro elettorale a Padova.

"Stiamo vivendo la fase più critica che si possa immaginare in un momento storico come questo, lo scenario è molto complicato. Se la Nato decidesse di intervenire, i singoli Paesi membri sarebbero costretti a tenerne conto. La ragione per la quale oggi si decide di rimanere un passo indietro rispetto al cuore del conflitto è perché innanzitutto la Nato è fuori dal conflitto". Lo ha detto a Tgcom24 l'europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini.

"Le dichiarazioni di Macron -ha spiegato Salini- sono differenti da quelle dell’Italia, che ha un atteggiamento molto più prudente e utile al raggiungimento della pace. Un atteggiamento che sta a ribadire che le mosse in ambito militare e della difesa, se non sono definite in modo unitario, all'interno dell'Ue e soprattutto della Nato, non favoriranno la pace, ma piuttosto un inasprimento di quel dialogo che noi, anche a livello diplomatico, vogliamo tenere vivo, insieme al sostegno doveroso che stiamo dando alla difesa ucraina contro l'aggressione russa".

"Dietro a questa diversità - ha concluso Salini- c'è una diversa coscienza del ruolo che l'Occidente ha nel presidiare la pace. Il pregio delle dichiarazioni dei ministri Tajani e Crosetto è di ribadire la stessa volontà di pace, la stessa accusa nei confronti dell'aggressione russa ma mantenendo saldi i principi dell'unità della difesa europea, che noi ci auguriamo migliori in termini di costruzione della governance e dell'unità dell'Occidente sotto la Nato".

5 Maggio
Autore
Claudio Mascagni

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