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Le guerre e le conseguenze economiche per l'Italia

Generale Figliuolo a Porta a Porta

Il generale Figliuolo analizza il delicato momento geopolitico e le dirette derive che coinvolgono il nostro Paese

Nell'ambito di una "congiuntura di diffusa instabilità, la recente crisi in Medio Oriente con il conflitto scoppiato a seguito dell’attacco di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre 2023 e la successiva propagazione nel Mar Rosso, hanno esacerbato il rischio di polarizzazione della Comunità internazionale e confermato ancora una volta come gli effetti, anche in quadranti strategici meno vicini, possano generare conseguenze che interessano direttamente l’Italia, anche in diversi settori, non ultimo quello economico e commerciale". E' quanto affermato dal generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, nel corso dell'audizione in Senato sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.

"Il nostro Paese, per collocazione geografica è alla frontiera di una linea che si estende a Sud del Mediterraneo, regione a propria volta caratterizzata da molteplici fattori di instabilità e aree di crisi che ben si palesano, ad esempio, nel nord-Africa e nel Sahel, tutti territori attraversati da dinamiche riconducibili al più ampio confronto geo-strategico globale. In tale contesto - ha spiegato il comandante del Covi - il cosiddetto Mediterraneo Allargato, area che include l’Europa continentale, il Medio Oriente e le fasce settentrionali dell’Africa sub-Sahariana, rappresenta la dimensione strategica nella quale originano le potenziali minacce agli interessi nazionali e sulla quale gli sforzi della Difesa si concentrano".

"Si conferma quindi, anche per il 2024, la necessità di uno sforzo su diversi fronti, da un lato per contribuire al rafforzamento della postura di difesa e deterrenza sul fianco-est dell’Alleanza - ha ribadito - dall’altro per continuare a svolgere un ruolo determinante sul fianco-sud, dell’area euro-atlantica, non tralasciando la necessaria attenzione alle ripercussioni generate dall’instabilità nel medio-oriente".

"Nel 2024 prosegue l’impegno nazionale a sostegno della stabilizzazione dei Balcani, area in cui la presenza del nostro dispositivo militare, seppur a distanza di anni, risulta ancora fondamentale per prevenire l’acuirsi di crisi regionali e arginare le continue tensioni. In Kosovo rivestiamo il ruolo di attore primario, con un contingente schierato di circa 850 unità che può arrivare a 1.550 unità in caso di necessità (come avvenuto, ad esempio, alla fine dello scorso anno con lo schieramento della forza di riserva in prontezza a livello battaglione - Operational Reserve Forces Battalion – Orf della Nato) e dove, inoltre, dal prossimo ottobre assumeremo nuovamente il Comando dell’Operazione 'Nato Kosovo Force (Kfor)' nella quale oggi ricopriamo la posizione di Vice Comandante". Lo ha annunciato il generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, nel corso dell'audizione in Senato sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.

"Continueremo inoltre a fornire, dove richiesto, unità specializzate dell’Arma dei Carabinieri per la missione civile dell’UE 'European Union Rule of Law Mission in Kosovo (EULEX Kosovo)', di cui esprimiamo l’Head of Mission", ha aggiunto.

11 Aprile
Autore
Claudio Mascagni

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