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Il Pisa ferma il Frosinone sullo 0-0

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Partita bloccata e senza grandi sussulti. Il Frosinone resta primo a quota 36, inseguito dalla Reggina a 32 e dal Bari a 29

Trapattoni si sarebbe tenuto stretto questo punto già al 70' senza nemmeno tentare un forcing finale. Perché a volte ci sono partite che a furia di tentare di vincere va a finire che le perdi. Alla fine ecco la sintesi di uno 0-0 noioso seppure tatticamente perfetto, disegnato dai due tecnici del momento. Grosso non cambia la formazione stellare dell'Immacolata, è ancora tridente col 4-3-3, con fuori sempre Moro; sulla sponda nerazzurra D'Angelo, dato il periodo, costruisce il suo albero di Natale con Beruatto e Calabresi in basso, Barba e il lungagnone Hermannsson al centro; nella terra di mezzo Nagy centrale più gli alfieri Toyrè e Marin, sulle ali Tramoni e Morutan e in avanti Gilozzi e non Torregrossa. E intuisci che le zolle dello Stirpe saranno talmente intasate che non ci sarà un corridoio nemmeno per un discolo col monopattino. 

E infatti il primo tempo fila via lento come un film bulgaro anni '50, l'inizio è di quelli che sintetizzano il pentimento di aver messo il becco fuori di casa, poi capisci che il leit motiv del match sarà più da stop che da go così ti adegui e il passatenpo migliore resta quello di sbirciare la classifica. Però lo Stirpe ulula in un paio di occasioni: al 13' è lesto Calabresi a sbarrare la via del primo gol a Garritano mentre al 25' è lestissimo Livieri ad alzare l'incornata di Mulattieri. E poi? Poi fraseggi che avrebbero fatto felice Luis Enrique per il possesso palla (60% ciociaro) ma che non concedono soddisfazione agli infreddoliti spettatori dello Stirpe. 

Dopo pochi sbadigli della ripresa, Grosso che ha sale fino nella zucca intuisce che è arrivato il momento di invertire la tendenza, anche perchè direttamente su angolo Morutan spaventa non poco Turati e tutto lo stadio (54'). Così al 55' opta per un triplo cambio: dentro Frabotta, Caso e Oyono (toh, chi si rivede!) per puntare sulle ali dell'entusiasmo e della corsa al posto di Garritano, Cotali e Rohdén. E non è un caso che la nuova lettura di Grosso per poco non si tramuta in oro: Caso detta per Insigne che ciabatta a tu per tu con Livieri (56'). Batti le mani tra freddo e incoraggiamento ma è un fuoco di paglia, infatti da lì è solo routine, i giocatori si divertono a occupare gli spazi e buonanotte, di pertugi nemmeno a pagarli. Grosso non ci sta e rivoluziona l'attacco a 20' dalla fine: fuori Insigne e Mulattieri per Moro e Ciervo. Ma si resta ancorati lì, il Frosinone si ostina a creare spazi, il Pisa attende l'occasione che può nascere da un errore avversario ma è un'attesa pia, tant'è Turati non è stato mai impegnato. D'Angelo legge le partite quanto Grosso, a ogni mossa una contromossa nemmeno fosse una partita di scacchi, così rintuzza ogni velleità di riscossa con i suoi di cambi (alla fine manda in campo tre attaccanti di ruolo). Inevitabile lo 0-0. Per D'Angelo è l'ennesima conferma che è un tecnico di passione e di strategia, conseguendo il dodicesimo risultato utile di fila da quando siede sulla panchina nerazzurra. Anche Grosso arriva alla cifra tonda di risultati consecutivi utili (10), assaggia il primo 0-0 della stagione e si continua a  beare del primato. E dategli torto: stare lassù è sempre più bello. 

1 anno fa
Foto: frosinone calcio
Autore
Gian Luca Campagna

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