Il viaggio della speranza da Kiev all'Italia
Danilo, connazionale in fuga: "Posti di blocco, colpi di mortaio, il buio per non essere un bersaglio: la guerra è una follia criminale"
"Un viaggio della speranza": così Danilo, un italiano che al momento dell'invasione russa si trovava vicino Kiev dalla compagna ucraina, descrive la fuga dal Paese in guerra, insieme alla donna e al figlio di lei di 12 anni.
Il viaggio è cominciato tre giorni fa, da Lyutizh, un paese a nord della capitale ucraina, sulle rive del fiume Dnepr. "Sto cercando di andare via e tornare in Italia, ma le strade non sono per niente sicure", scriveva Danilo sul gruppo Facebook degli italiani in Ucraina nove giorni fa, chiedendo consigli su come scappare.
La situazione nel sobborgo a nord di Kiev è peggiorata: "L'altro ieri Lyutizh è stata bombardata pesantemente. Hanno evacuato donne e bambini. I nonni del figlio della mia compagna sono terrorizzati, ma per tanti motivi non hanno voluto scappare con noi. Però sono felici che il loro nipotino sia salvo", racconta Danilo da un bus partito questa mattina da Leopoli e diretto in Ungheria, su cui - riferisce - viaggiano anche altri quattro italiani, con mogli e figli.
È solo l'ultima tappa di un lungo viaggio di quasi seicento chilometri. La prima è stata quella da Lyutizh alla capitale: "Siamo riusciti a scappare dalla zona rossa e abbiamo raggiunto Kiev. L'autista che è arrivato a prenderci tremava. Abbiamo incontrato tanti posti di blocco e l'autista non riusciva a capire se fossero militari ucraini o russi con la divisa ucraina. Il viaggio è stato molto pericoloso: dopo che siamo partiti ci è scoppiato vicino un colpo di mortaio".
Nella capitale i tre non hanno trovato una situazione migliore: "A Kiev addirittura non si può camminare nei parchi e in altri posti, perché hanno messo le mine", dice Danilo, che a Kiev, insieme alla compagna e al bambino, è salito su un treno per Leopoli "con i vagoni nel buio e i cellulari spenti per non essere un bersaglio".
Una volta a destinazione, l'incontro con le altre famiglie italiane e la partenza per l'Ungheria su un bus "pieno di profughi di guerra, bambini e anziani ucraini, insieme ai loro cani e gatti". L'arrivo è previsto stasera alle 20, ma l'orario dipende dalla durata dei controlli alla frontiera. "La guerra è una follia criminale e l'umanità non ha capito il senso della vita", è l'amara conclusione di Danilo.
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