La guerra chimica? In 'Pioggia gialla' era tutto già scritto
Li raccontava Sterling Seagrave nel suo libro edito AdnKronos, e oggi vale la pena leggerlo
Dai depositi militari di Denver nel Colorado all'Icmesa di Seveso in Lombardia, dalle giungle indocinesi alle montagne dell'Afghanistan: la minaccia della guerra chimica, più pressante di quella nucleare e accompagnata dalla minaccia dell'inquinamento. Quella chimica è "un'arma destinata allo sterminio di massa", un'arma "già impiegata in via sperimentale sui più disparati teatri di guerra. Un'arma alla quale i Sovietici parevano tanto interessati da dimenticare persino i loro tradizionali criteri di prudenza politica". Lo scriveva Sterling Seagrave nel suo libro "Pioggia Gialla. Da Seveso all'Afghanistan attraverso gli orrori della guerra chimica", edito da AdnKronos. Un testo quanto mai attuale, viste le minacce che accompagnano il conflitto in Ucraina e che hanno portato in queste ore l'Opac, l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, a dirsi "preoccupata".
Delle "tonnellate di nervino" del Rocky Mountain Arsenal, Seagrave scrive che non solo "quelle bombe da sole contenevano abbastanza aggressivo chimico da cancellare l'intera popolazione, non solo di Denver", ma che il nervino non evapora, persiste nelle zone contaminate per settimane e che anche una piccola quantità può causare un numero elevatissimo di vittime. Senza contare che lì dove si trovano queste armi chimiche "potrebbero accadere incidenti che scatenerebbero l'inferno nell'arsenale". Uno scenario davvero preoccupante al quale si affianca un dato altrettanto allarmante: "dalla Seconda guerra mondiale, l'esercito ha denunciato ben 995 perdite di nervino", e potrebbe trattarsi solo della punta dell'iceberg.
Nel frattempo, al nervino si sono aggiunte altre tossine di origine biologica "i cui poteri distruttivi sono incredibili e si avvicinano a quelli dell'arma atomica", sottolinea Seagrave. Nuovi aggressivi chimici di cui l'autore segue le tracce in giro per il mondo, dai depositi nascosti nelle giungle del Vietnam del Laos, sorvegliati e gestiti dall'Armata Rossa, al Vietnam, Cuba, Thailandia, Afghanistan. Anni di indagine e migliaia di chilometri percorsi per raccontare le armi chimiche come scienza del male.
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