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L'ipocrisia della guerra in nome del gas

Un gasdotto in Alaska

Intanto la Gazprom ha minacciato di tagliare dalla prossima settimana i flussi di gas diretti in Europa attraverso l'Ucraina

Si dice che in guerra non ci sono regole. E questo lo abbiamo visto quando bombardamenti e angherie colpiscono i civili. Ma non ci abitueremo a una guerra che chiama la 'tregua' o crea una 'zona franca' per rifornire di gas Paesi terzi o che la Ue dichiara implicitamente guerra alla Russia ma intanto continua a rifornirsi -pagando- del gas di Mosca. 

E così la Gazprom ha minacciato di tagliare dalla prossima settimana i flussi di gas diretti in Europa attraverso l'Ucraina. In un comunicato, la società russa ha spiegato che parte del gas trattenuto dall'Ucraina dovrebbe invece essere diretto in Moldova. Kiev, accusa Mosca, impedisce la consegna di 52,2 milioni di metri cubi alla Moldova. Se il disequilibrio, fra gas diretto in Moldova e quello effettivamente consegnato, non verrà risolto lunedì prossimo "si inizieranno a ridurre i rifornimenti". L'Ucraina ha respinto le accuse assicurando che i volumi di gas diretti ai consumatori della Moldova sono stati trasferiti "pienamente".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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