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Il Pd ricorda il 50mo del golpe in Cile

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Elly Schlein e Giuseppe Provenzano scrivono al presidente Boric: 'il golpe fu un lutto per la sinistra mondiale'

"Signor Presidente, caro Gabriel, anche noi, italiani e progressisti, viviamo con grande commozione la ricorrenza del cinquantesimo anniversario del golpe militare del Cile. Ricordiamo l’11 settembre del 1973 come una ferita per una generazione che voleva un profondo cambiamento sociale nella libertà e nel diritto, come un lutto per la sinistra mondiale e per la democrazia". E' l'incipit della lettera inviata dalla segretaria del Pd Elly Schlein e dal responsabile Esteri del partito, Peppe Provenzano, al presidente della Repubblica del Cile Gabriel Boric.

"Erano anni complessi, di grande fermento culturale e politico in tutto il Pianeta -ricordano- c’erano stati i movimenti giovanile studenteschi e di massa, si coltivava un pensiero rivoluzionario, tanto che lo stesso presidente Allende sostenne che ''essere giovani e non essere rivoluzionari è una contraddizione perfino biologica". Ma egli stesso seppe insegnarci con l’esempio che la rivoluzione non si dovesse fare necessariamente con le armi, ma attraverso i percorsi della democrazia. Vogliamo dirti dell’orgoglio con cui ricordiamo il ruolo delle forze democratiche e progressiste italiane di fronte agli avvenimenti cileni di allora".

"In quella tragica vicenda -spiegano- ci siamo adoperati come italiani e come sinistra, prima per salvare quante più vite umane possibili attraverso la nostra Ambasciata e poi nel sostenere la resistenza e le forze clandestine di opposizione a Pinochet, vogliamo mandarti i nostri rinnovati sentimenti di vicinanza e fratellanza politica. Sentimenti coltivati concretamente anche negli ultimi quindici anni come Italia e come Partito Democratico, quando ci siamo adoperati con continuità con i nostri rappresentanti di governo e di partito perché si svolgesse in Italia il “Processo Condor” (nel quale come PD ci siamo costituiti parte civile) e che ha portato, nel 2021, alla definitiva condanna dei vertici del “Plan Condor”, tra i quali ministri, presidenti e membri dell’intelligence dei governi golpisti e dittatoriali del Sud America coinvolti".

"Ci conforta sapere -sottolineano. che alla guida del Cile di oggi vi sia un Governo sinceramente democratico e progressista, che ha istituito per la prima volta, attraverso lo Stato, un 'Plan nacional de busqueda' per fare chiarezza sui desaparecidos. Un governo che coltiva la memoria, l’attualità e il futuro della lezione di Salvador Allende. Non abbassiamo la guardia, perché sappiamo che, oggi come allora, vi sono forze che provano a condizionare la democrazia, l’economia e i mercati, nelle singole nazioni libere come a livello globale. La democrazia è minacciata in molti luoghi e arretra. Anche per questo occorre rafforzare l’amicizia tra i nostri paesi e coordinare più intensamente l’azione politica dei progressisti di tutto il mondo”.

1 anno fa
Autore
Giada Giacomelli

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