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I russi attaccano l'obiettivo grano

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La denuncia da parte di Horbachov, assessore al Grano Ucraino: 'su campi e silos bombardamenti strategici'

“Attacchi intenzionali” quelli russi e che hanno come obiettivo campi e depositi di grano, testimoniati anche dai video “che mostrano gli elicotteri russi sorvolare i campi a 5 metri di altezza per poi lanciare bombe incendiarie, e lì non ci sono altri obiettivi da colpire… In un silos si trovano 10mila tonnellate di grano: a 400 dollari a tonnellata, si parla di centinaia di migliaia di dollari per ogni silos colpito, e anche questo ritengo sia intenzionale”. Così Mykola Horbachov, presidente dell'associazione ucraina del Grano.

“Per quanto riguarda il raccolto nei territori occupati o lungo la linea di conflitto, stimiamo che circa il 30% del grano seminato in queste zone non potrà essere raccolto. Gli agricoltori hanno anche paura di raggiungere i campi con i mezzi per la raccolta, temono anche che questi mezzi possano essere rubati e portati via” insiste Mykola Horbachov. Nella risoluzione della questione del grano ucraino “non so che ruolo potrebbe giocare la Turchia, quale soluzione potrebbe trovare e quale politica condurrebbe. Quello che posso dire è che il grano ucraino continua ad essere rubato e attraverso i porti ucraini, tra cui il porto di Berdyansk, viene portato in Turchia. E la Turchia raccoglie il grano nei porti privati che appartengono agli oligarchi russi" specifica il presidente dell'associazione del Grano Ucraino.

“Non so quale politica in merito condurrà la Turchia e non so neanche in che modo i proprietari del grano in Ucraina possano fidarsi della sicurezza del transito del grano con le garanzie della Turchia. Spero davvero – sottolinea Horbachov - che si possa trovare una qualche soluzione internazionale”.

 

Dall’inizio delle azioni belliche del 24 febbraio, “l’Ucraina è riuscita ad esportare 5 milioni di tonnellate di grano, nel mese di giugno (che è stato un mese record) abbiamo esportato 2,2 milioni di tonnellate. Gli anni precedenti esportavamo 6-7 mln di tonnellate al mese anche grazie ai porti aperti. Di fatto ora esportiamo 3 volte meno rispetto agli anni passati. Ma il problema dell’esportazione del grano non è solo tecnico, è anche economico: il trasporto del grano, che prima costava 30-40 dollari a tonnellata, ora sta arrivando a 180 dollari a tonnellata. Quindi agli agricoltori non conviene. Oppure prendiamo l’orzo: vale 240 dollari a tonnellata, da cui sottrarre 180 dollari per tonnellata per la consegna, restano 60 dollari. Praticamente, un terzo delle spese investite nella semina e nella coltivazione. Non conviene più”.

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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