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E su Kirill piovono accuse su accuse

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"Pensa solo a soldi e potere. Con le sanzioni verranno fuori i suoi fondi nascosti": dure accuse dell'ex patriarca Sergej Chapnin

Chapnin, 'Kirill ha fornito giustificazione morale operazione militare'

'pensa solo a soldi e potere'- intervista a 'Repubblica
 

"Conoscevo 'Kirill il metropolita', persona affabile. 'Kirill il patriarca' è un’altra persona. Pensa solo a soldi e potere. Le sanzioni aiuteranno a individuare i suoi fondi nascosti. Sono soldi rubati alla Chiesa". A parlare in questi termini, in un 'intervista a 'Repubblica' è Sergej Chapnin, ex direttore del Giornale del Patriarcato di Mosca, incarico dal quale è stato licenziato per un saggio del 2015 in cui parlava della nostalgia per il “Paese forte” della Chiesa Russa Ortodossa, o “Chiesa dell’impero” come la chiamò.

E' stato tra i primi ad invocare, lo scorso marzo, le sanzioni contro il patriarca Kirill. "È responsabile. Ha fornito la base ideologica e la giustificazione morale dell’operazione militare russa in Ucraina", dice da New York dove oggi è senior fellow presso il Centro di Studi Cristiano Ortodossi della Fordham University. "Nell’ideologia di Putin gli imperi russi sono tre: l’impero dei Romanov, l’impero di Stalin e l’impero di Putin stesso. Nel mezzo ci sono stati dei traditori: Lenin, Gorbaciov ed Eltsin. Quando vent’anni fa la Chiesa Russa Ortodossa ha canonizzato l’ultimo zar, Nicola I, con lui ha canonizzato tutto l’impero dei Romanov. Putin ha poi riabilitato Stalin come colui che vinse il nazismo. E ora spetta alla Chiesa costruire la figura imperiale di Putin come difensore della fede cristiana nel mondo".

Intanto il mondo occidentale applaude l'iniziativa di Papa Francesco. 

"Papa Francesco ha avuto grande coraggio nel dire: sono pronto ad andare a Mosca e parlare con Putin". Lo ha affermato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, in un'intervista al quotidiano 'Il Corriere della Sera', aggiungendo di essere "perfettamente consapevole della distanza enorme tra le due situazioni. Ma per chi cerca la pace, lo schema si ripete. E quando, con Sant’Egidio, cominciammo le trattative per porre fine alla guerra civile in Mozambico, ogni volta all’altra parte sembrava un tradimento. Parli con la Renamo, la resistenza, e sei complice. Parli col governo, e sei complice. La porta è stretta, ma non esiste altra strada".

Perché? "Perché altrimenti l’unica soluzione è quella della guerra, il riarmo. Ma è una soluzione terribile, imprevedibile, sciagurata. Da evitare in tutti i modi. La guerra diventa un piano inclinato, e si riproduce. Rischia di coinvolgere potenze nucleari. Tutto per arrivare a una eventuale vittoria. Qual è il prezzo?".

"Il conflitto coinvolge tanti. C’è bisogno di un grande sforzo, una visione ampia. Creare un tavolo di negoziato che coinvolga tutti gli attori, diretti e indiretti. - ha sottolineato card. Zuppi -?Tutti, a cominciare dalle Nazioni Unite. Una nuova conferenza internazionale per la pace e la sicurezza che l’Europa può ancora promuovere è una delle strade. Dobbiamo aiutare ad aggiustare quello che era già rotto e ora si è frantumato. La tentazione di vincere è perversa".

"La guerra nel Donbass c’era già da otto anni e non è mai stata aggiustata. È chiaro che questo non giustifica nessun intervento armato. Le parole di Francesco sono chiarissime al riguardo. - ha aggiunto card. Zuppi - La distinzione è netta, non c’è nessuna confusione tra aggressore e aggredito. Ma se vogliamo fermare la guerra bisogna ri- solvere tutte le incomprensioni o peggio i pregiudizi che hanno portato al conflitto".

"Dobbiamo provare a cercare la pace. Il riarmo è la cosa peggiore che si possa fare. Cerchiamo di trovare tutto ciò che può avvicinare le posizioni, di cominciare a discutere delle soluzioni possibili. - ha concluso card. Zuppi - Se si guarda bene, in queste settimane di guerra c’è sempre stato il filo della consapevolezza che bisogna parlare. C’è stato anche nei momenti peggiori. Bisogna lavorare su questo, potenziarlo, coinvolgere tanti".

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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