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Le prospettive viste allo specchio

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Ognuno interpreta i fatti attraverso la propria prospettiva. Da sempre è così. Non esisterebbe Occidente e Oriente.

Ognuno interpreta i fatti attraverso la propria prospettiva. Da sempre è così. Non esisterebbe Occidente e Oriente. Sulla crisi ucraina il giornalista Roberto Saviano ha ridotto il conflitto a una guerra tra la mafia russa e ucraina, con la collega statunitense Anne Applebaum che ha controbattuto che ognuno guarda le cose con la sua lente personale e, aggiungo io, i suoi strumenti culturali. Quasi fossilizzandosi. Certo, nelle guerre c’è sempre lo zampino delle organizzazioni criminali, soprattutto quando sono imperi finanziari ma forse è una visione un poco miope. Nelle arene televisive invece si assiste a una visione partigiana e parziale della guerra. Ne sa qualcosa il professore Alessandro Orsini della Luiss, che guadagna più insulti che comprensione nelle sue, seppure oggettive, analisi. Certo, siamo occidentali. Vediamo il conflitto attraverso la nostra cultura, solo che dall’altra parte, a Oriente, c’è un’altra cultura. Io, anarcopacifista, che scrivo di noir, continuo a vedere un contraltare tra Bene e Male, dove non esiste un esercito di cavalieri tutti neri e un esercito di cavalieri tutti bianchi, dove tutti sono colpevoli e nessuno è mai del tutto innocente. Per una oggettiva riflessione, scevra da fondamentalismi culturali, vi consiglio una lettura agile e veloce de ‘L’altro’ di Ryszard Kapuncinski. 
2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Gian Luca Campagna

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