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Israele grida vendetta contro Hamas

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Intanto ieri sera è ricominciato il bombardamento verso Israele, che conferma una risposta dura

Le Brigate Izzedine al Qassam, il braccio armato di Hamas, ha affermano di aver lanciato ieri sera altri 150 razzi verso Tel Aviv. Il gruppo ha dichiarato su Telegram che si è trattata di "una risposta al bombardamento della torre residenziale nel centro di Gaza".

"Ciò che è successo non può portare a una guerra, è già una guerra. La risposta di Israele in queste circostanze non può essere descritta altro che come un diritto di legittima difesa". E' quanto si legge in un comunicato dell'ambasciata d'Israele presso la Santa Sede, in cui si sottolinea che "tracciare parallelismi dove non esistono non è pragmatismo diplomatico, è semplicemente sbagliato".

"Dal 7 ottobre, Israele è in guerra. Decine di civili israeliani sono stati massacrati da membri di Hamas e militanti della Jihad islamica in un orribile crimine di guerra. In tali circostanze l’uso di ambiguità linguistiche e di termini che alludono a una falsa simmetria dovrebbe essere deplorato - afferma il comunicato - Ciò che è successo oggi non può portare a una guerra, è già una guerra. La risposta di Israele in queste circostanze non può essere descritta altro che come un diritto di legittima difesa. Certamente non può essere descritta come aggressività. Tracciare parallelismi dove non esistono non è pragmatismo diplomatico, è semplicemente sbagliato".

Per l'attacco a Israele "Hamas pagherà un enorme, enorme prezzo", questa "è una delle più grandi operazioni terroriste conosciute", ci sono almeno 200 morti, in proporzione alla popolazione "sono più vittime dell'11 settembre 2001" negli Stati Uniti. A dirlo all'Adnkronos è l'ex ambasciatore israeliano Avi Pazner in una telefonata interrotta, e poi ripresa, per un allarme di missili in arrivo.

"L'attacco di Hamas in un sabato e giorno di festa ci fa ricordare la guerra dello Yom Kippur 50 anni fa", nota il diplomatico. "Questa volta è Hamas, forse sono d'accordo con Hezbollah - prosegue Pazner, alludendo al rischio di un attacco anche a nord da parte della milizia sciita libanese legata all'Iran. "Dobbiamo essere pronti a combattere su due fronti se c'è bisogno, speriamo di no, ma siamo preparati anche a a questo. Prenderemo tutte le misure necessarie per la sicurezza degli israeliani. E quando dico tutte, si capirà nei prossimi giorni", conclude Pazner.

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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