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I ragazzi nati l’11 settembre 2001 compiono 20 anni

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20 anni da una data che ha cambiato il nostro rapporto con il mondo

Oggi, i ragazzi nati l’11 settembre 2001 compiono 20 anni.
Con loro, e dopo di loro, sono nate generazioni che non hanno conosciuto il mondo prima dell’attacco al World Trade Center.

Un giorno che ricorda nitidamente anche chi all’epoca aveva cinque anni. Ricorda il dolore, l’angoscia, lo stupore che si era quasi trasformato nella sensazione di vivere in un film.

Una giornata diversa da tutte le altre, dove 2.977 persone, lavoratori, in un centinaio di minuti sono diventate un numero. Un numero che mai più nessuno dividerà. Sono diventati "i tremila dell’11 settembre."

L’11 settembre è l’occidente che si sveglia, vulnerabile, e si rende conto che la guerra non è più “fredda”. 
C’è un nemico da combattere ora, e agisce non per proclami o minacce, ma con fatti. Un nemico strano, molto più debole di “noi” ma una bomba ad orologeria, con l’orologio impazzito.

Il famoso conflitto asimmetrico, al quale chi è nato l’11 settembre 2001 è abituato, perché ci è nato dentro. E ha visto colpito più volte l’occidente con Parigi, Bruxelles, Londra, e tutto il resto.

Un dislivello di armi e forze, colmato con l’imprevedibilità, ma soprattutto da una forza di una convinzione che ti prepara a morire per uccidere. 

Chi è nato l’11 settembre 2001 è nato col nemico in casa, ma non per questo ha rinunciato alla fratellanza. E a vent’anni, guardando l’Afghanistan, può dire che il “vecchio metodo” non ha funzionato.
 

3 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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