Il delicato botta e risposta tra Polonia e UE
Accuse e contraccuse tra il premier polacco Morawiecki e l'Unione Europea
Ursula Von der Leyen si è confrontata (o meglio scontrata) con il premier polacco Mateusz Morawiecki. L’occasione è stata quella della riunione in assemblea plenaria del Parlamento Europeo.
La Von der Leyen ha commentato con preoccupazione la sentenza del Tribunale Costituzionale della Polonia, che ha sancito la non piena compatibilità tra alcune parti della Cosstituzione polacca e le leggi dell’Unione Europea. La presidente ha rilevato un peggioramento nello stato di diritto in Polonia, nonostante tra Unione e governo ci sia “Un regolare dialogo”.
La Polonia è governata dal partito Diritto e Giustizia, che si colloca nell’area conservatrice di estrema destra ed è stato definito illiberale da buona parte degli osservatori. Diritto e Giustizia è stato paragonato al partito Fidesz di Orban, e negli anni di governo ha ostacolato le libertà della stampa e della magistratura, oltre a calpestare i diritti delle donne e delle minoranze.
Le accuse dell'UE
Von der Leyen ha messo in campo l’ipotesi dell’apertura di una “Procedura di infrazione” nei confronti della sentenza del Tribunale Costituzionale polacco. In conclusione del suo discorso, la presidente ha citato tre personalità importanti della storia polacca, ricordando di volere “Una Polonia forte in un’Europa forte”:
“Quando Karol Wojtyla, da papa, è andato nella sua madrepatria, ha cambiato la storia europea per sempre. Quando Lech Walesa con un gruppo di sindacalisti, ha battuto un esercito potente, abbiamo visto l'inizio della caduta della Cortina di Ferro. E quando il presidente Lech Kaczynski ha ratificato il trattato di Lisbona, insieme alla Carta dei diritti fondamentali, ha riaffermato l'impegno della Polonia per i nostri valori. Il popolo polacco ha svolto un ruolo fondamentale in Europa”.
La difesa e il contrattacco
La risposta del premier polacco Morawiecki ha confermato che per la Polonia la permanenza nell’Unione non è in discussione: "L'integrazione europea è la nostra scelta, il nostro destino. L'Europa è il nostro posto, non vogliamo andare da nessun'altra parte”
Tuttavia, il politico di Diritto e Giustizia ha parlato di ricatto da parte dell’Unione nei confronti della Polonia, “Non permetterò che politici Ue ricattino la Polonia: il ricatto non deve essere un mezzo per le politiche condotte nei confronti di uno Stato membro.”.
Morawiecki ha sottolineato la sovranità che ogni stato deve mantenere, anche all’interno della Comunità Europea, e che non deve mai essere sovrastata da una sovranità terza. “Voglio sottolineare – prosegue il leader - che il Tribunale Costituzionale polacco non ha mai dichiarato che quanto previsto dai trattati Ue è incompatibile con la legge polacca. Ha detto che una specifica interpretazione del diritto Ue".
Il primo ministro ha concluso parlando dell’apertura al dialogo con l’Unione Europea, ma concordando che “Esistono delle differenze che vanno rispettate e non consentiremo mai che ci siano diktat nei confronti degli Stati membri”.
Il discorso del primo ministro polacco è durato ben 35 minuti, nonostante i tempi concordati fossero di 5. L’atteggiamento del premier polacco ha causato diversi inviti a concludere da parte del vice-presidente del Parlamento Pedro Silva Pereira. “Sto arrivando alla fine ma non mi disturbi, per cortesia”, ha risposto Morawiecki a Pereira, che ha replicato: “Il rispetto del tempo di parola è anche un modo per mostrare rispetto per quest'Aula e per la democrazia europea".
Le reazioni
In risposta a queste parole è intervenuto il ministro degli Esteri Sloveno Anze Logar, che ha ricordato che “Il primato del diritto UE – su quello degli stati membri – è una garanzia di eguaglianza degli stessi stati. Senza questo primato, l'applicazione del diritto Ue varierebbe da Stato a Stato, distruggendo il level playing field, la base del nostro stare insieme".
In un altro intervento, il capogruppo del Partito Popolare Europeo Manfred Weber ha ricordato come il suo paese, la Germania, abbia cambiato parti della costituzione dopo la firma del trattato di Maastricht del 1992 per “Renderla compatibile con il diritto UE”. Il dibattito è proseguito in aula per diverso tempo, e Morawiecki ha annullato la conferenza stampa che era prevista dopo la riunione in plenaria del Parlamento Europeo.
"La Commissione europea sta reagendo con fermezza e dobbiamo sostenere quello che sta facendo. Vedremo come andrà a finire, sono momenti di tensione” ha detto oggi sulla vicenda il premier italiano Mario Draghi.
Una vicenda destinata a far discutere nei prossimi mesi, ma che non dovrebbe tradursi in un'uscita della Polonia dall'Unione Europea. L'opzione è scongiurata dalla ferma volontà di entrambe le parti di trovare un punto di incontro attraverso il dialogo, con il partito alla guida della Polonia che dovrà probabilmente rivedere parte delle sue politiche illiberali e sovraniste, contrarie ai principi fondamentali dell'Unione Europea.
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