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Sui migranti serve evacuazione urgente per rifugiati a Tripoli

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Un cartello di organizzazioni sui diritti civili richiama gli Stati a soccorrere migliaia di rifugiati bloccati in Libia

Un'evacuazione sicura per i migranti che da quasi due mesi manifestano davanti alla sede dell’Unhcr a Tripoli. A chiederlo ai rappresentanti di Governo riuniti a Parigi per la conferenza sulla situazione in Libia è un cartello di organizzazioni europee della società civile. "Da quasi 50 giorni alcune migliaia di rifugiati migranti sono accampati davanti agli uffici dell’Unhcr a Tripoli, e chiedono a gran voce di essere evacuati verso paesi sicuri, per salvarsi da torture, stupri, violenze di ogni genere alle quali sono sottoposti nei campi di detenzione libici", dicono le associazioni che hanno sottoscritto un appello lanciato da Alarm Phone e Mediterranea Saving Humans.

"Nessun processo di stabilizzazione e democratizzazione di un paese martoriato dalle divisioni e dalle contrapposizioni tra milizie interne ed estere - avvertono - potrà mai realizzarsi senza la piena assunzione di responsabilità degli stati dell’Unione e delle Nazioni Unite sul rispetto dei diritti umani". La protesta dei rifugiati bloccati in Libia è scattata lo scorso ottobre dopo rastrellamenti di massa e catture nei quartieri e nelle case di Tripoli. 

"I manifestanti sono sopravvissuti a violazioni dei diritti umani, torture, detenzioni arbitrarie, persecuzioni ed estorsioni, che avvengono regolarmente in Libia - dicono le organizzazioni firmatarie dell'appello -. Molti sono anche i sopravvissuti alle deportazioni verso la Libia". "Chiediamo alle autorità e al mondo intero di riconoscerci come esseri umani, di rispettare e proteggere i nostri diritti - spiegano i manifestanti a Tripoli -. E le autorità libiche dovrebbero rispettare e applicare il diritto internazionale per i richiedenti asilo in Africa. Siamo vittime di guerre civili, siamo in fuga da persecuzioni religiose e politiche, tra di noi ci sono coloro che cercano una vita decente, l’istruzione e la libertà di vivere umanamente. Ma le autorità italiane e gli Stati membri dell’Ue non hanno fatto altro che aggravare le nostre anime dolenti, pagando pubblicamente e di nascosto le autorità libiche e i suoi gruppi di miliziani per ucciderci nel deserto, sul mare e in orribili campi di concentramento. Tutto ciò - sottolineano - è una violazione dei diritti umani e un crimine contro l’umanità. La Libia oggi è un cimitero per migliaia di rifugiati innocenti, richiedenti asilo e immigrati in fuga da situazioni insopportabili nei loro paesi d’origine". 

"Questo appello, già sottoscritto da molte organizzazioni europee della società civile, e al quale molti ancora aderiranno - concludono i sottoscrittori -, lo consegniamo a voi che avete il potere di salvare, o quello di condannare a morte degli innocenti. Prendete le vostre decisioni e rispondetene davanti alla Storia".

3 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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