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L’Italia non è più il paese degli Architetti

Casa progetto

Serve una legge nazionale che tuteli una categoria che per anni ha costituito l’apice a livello mondiale ma ormai in dismissione

Se dal punto dei vista dei risultati ottenuti, curriculum e dell’originalità progettuale, l’Italia riesce ancora a mantenere la palma di paese patria dei migliori architetti a livello mondiale, c’è un dato inequivocabile che sancisce come questo scettro sia destinato presto a passare di mano. Il numero dei nuovi architetti e degli aspiranti architetti è in calo drastico.

E questo porterà presumibilmente al mancato cambio generazionale capace di mantenere intatta l’aura di fucina dei migliori progettisti del globo. A suonare l’allarme è stato Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori che in una recente intervista ha dichiarato: “Non fatevi trarre in inganno dal successo delle archistar. Siamo stati a lungo il paese dell'Architettura, ma nel tempo abbiamo perso questo primato. È venuto quindi il momento che anche l'Italia si doti di una Legge per l'Architettura, per rivalutare la qualità dell'abitare e delle città. Per risalire le posizioni, occorre inoltre puntare sulla Rigenerazione Urbana, lavorando su quello che già si è costituito e non spingere per un'espansione illimitata”.

Come centrato dal presidente del consiglio nazionale degli architetti, la progettualità del futuro dovrà essere incentrata sulla rigenerazione. Dopo secoli in cui si è costruito e aggiunto palazzi tra i più belli e caratteristici della storia, piazze, strade e quant'altro, è arrivato il tempo di risparmiare suolo e riprogettare, migliorandoli, gli spazi già edificati ed esistenti adattandoli alle esigenze di sostenibilità ed efficienza energetica sempre più incombenti e ormai non più procrastinabili”. 

3 anni fa
Autore
Luca Morazzano

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