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Arriva la triade ‘influenza-bronchiolite-Covid’

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Ecco i consigli degli esperti per proteggere i bimbi e da questo malanno di stagione

La temuta triade dei virus invernali è in arrivo: bronchioliti, influenza e Covid potrebbero tornare a riempire pronto soccorso e posti letto, come avvenuto l’anno scorso. Una combinazione su cui i pediatri, riuniti a Torino per il 78esimo Congresso della Società italiana di pediatria (Sip), puntano l’attenzione. “In questo momento c’è una circolazione di casi sporadici di influenza, non è ancora scattata l’epidemia. Anche per il Covid vi sono segnalazioni di casi di gravità variabile, che spesso sono gestiti a domicilio, anche se non abbiamo ancora visto una circolazione ampia. Al momento questi casi hanno un peso quantitativo contenuto, ma occorre ricordare che la situazione epidemiologica può cambiare rapidamente e bisogna essere preparati”, spiega Susanna Esposito, coordinatrice del Tavolo tecnico malattie infettive della Società italiana di pediatria (Sip) e ordinaria di Pediatria all’università di Parma.

Le previsioni

Non è facile fare previsioni su come andrà quest’anno, in particolare se la triade accompagnerà la stagione con picchi in momenti diversi o con picchi che si sovrapporranno, né quale sarà l’entità della circolazione di questi virus. Tuttavia gli esperti si attendono un quadro meno complicato, dopo stagioni molto difficili a causa dell’effetto Covid sugli altri virus respiratori e dopo l’ondata di Rsv e bronchioliti che ha messo alla prova le Pediatrie del Paese.

Per quanto riguarda il virus respiratorio sinciziale (Rsv), responsabile delle bronchioliti, gli esperti si aspettano che il picco arrivi più tardi, verso dicembre-gennaio, anche se non ci possono essere certezze. “I casi, sebbene sempre numerosi, non dovrebbero essere quelli di un’ondata eccezionale”, sostiene comunque Fabio Midulla, presidente della Simri (Società italiana malattie respiratorie infantili) e ordinario di Pediatria all’università di Roma La Sapienza.

Anche sull’influenza non ci si sbilancia: l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) non si è espresso sulla gravità di questa stagione rispetto a quella dello scorso anno.

I consigli degli esperti

Per tutelare al meglio i più piccoli ed evitare accessi inutili al Pronto soccorso, gli esperti ricordano l’arma principale a disposizione dei genitori: “I vaccini laddove esistono, seguendo le indicazioni del ministero della Salute e della Sip, e avendo sempre come riferimento il proprio pediatra”, afferma Annamaria Staiano, presidente della Sip.

In Italia non c’è un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale, ma è disponibile un anticorpo monoclonale indicato solo per un ristretto gruppo di bambini fragili (palivizumab). L’Agenzia europea del farmaco Ema e la statunitense Fda hanno da poco approvato un nuovo anticorpo monoclonale (nirsevimab), che verrà utilizzato in questa stagione in quattro Paesi europei (Francia, Spagna, Germania, Lussemburgo) per immunizzare tutti i nati a termine e pretermine, sani e con displasia broncopolmonare.

Negli Usa, oltre all’anticorpo monoclonale, sono stati approvati e verranno usati in questa stagione tre vaccini anti-Rsv, 2 per gli over 65 e uno per le donne in gravidanza durante il terzo trimestre. “In Italia non si è ancora concluso l’iter autorizzativo per il nuovo monoclonale e non è ancora iniziato quello per i 3 vaccini. Speriamo di averli anche da noi il prossimo anno”, auspica Midulla.

Nel frattempo, è fondamentale la prevenzione: Sip e Simri hanno realizzato un vademecum dedicato al virus respiratorio, con una parte divulgativa rivolta ai genitori e una parte più tecnica rivolta ai pediatri. “La bronchiolite – spiega Midulla – all’inizio è come una malattia influenzale. Quindi, il bambino può avere il raffreddore, la tosse e un po’ di febbre. La cosa più importante è controllare l’alimentazione, che comincia a ridursi 24 ore prima della comparsa del distress respiratorio. Se il piccolo comincia a non mangiare, bisogna stare attenti, è quello il campanello d’allarme. Normalmente i sintomi più gravi si presentano tra il terzo e il quinto giorno”.

Gli esperti dunque consigliano di:

• tenere sotto controllo i sintomi (la malattia esordisce più frequentemente con raffreddore per 1-3 giorni e inappetenza. L’eventuale difficoltà respiratoria compare solo in un secondo momento. La febbre alta è poco comune e, se presente, porta a dover valutare altre possibili malattie respiratorie come la polmonite
• evitare di esporre i bambini più piccoli a fratellini o adulti raffreddati
• lavare correttamente le mani
• non condividere utensili
• detergere correttamente le superfici contaminate
• evitare l’esposizione del bambino al fumo di sigaretta
• areare gli ambienti
• usare se necessario dispositivi di protezione individuale in ambienti molto affollati
• far uscire i bambini malati, specie se frequentano l’asilo dove avviene ad esempio lo scambio di giochi

Inoltre, sottolineano, il latte materno ha un effetto protettivo nei confronti dei virus respiratori in generale grazie a proteine antivirali come la lattoferrina e il lisozima.

Consigli che restano validi anche per contrastare Covid e influenza, per i quali in più disponiamo di vaccini efficaci: “In tutte le regioni – sottolinea Susanna Esposito – la vaccinazione antinfluenzale è ormai disponibile. Va ribadito che è raccomandata alle donne in gravidanza, a tutta la popolazione pediatrica (anche bambini sani) di età compresa tra 6 mesi e 6 anni, ai bambini fragili di ogni età (a partire dai 6 mesi) per il rischio di complicanze in caso di influenza”.

E proprio questo è un buon momento per vaccinare i bambini: “La prima volta che si viene vaccinati sotto 9 anni d’età sono necessarie 2 dosi a distanza di un mese l’una dall’altra”, precisa Esposito, ricordando anche che dai 2 anni in su si può somministrare il vaccino intranasale, sempre seguendo le indicazioni del pediatra.

Per quanto riguarda il Covid infine, l’indicazione alla vaccinazione è per i bambini fragili, dai 6 mesi in su, con patologie croniche indicate nella circolare ministeriale, “ma non dimentichiamo l’utilità in alcune fasce, come gli adolescenti per l’intensa vita di relazione, chi fa sport agonistici o trascorrerà all’estero periodi di studio”, elenca l’esperta.

27 Ottobre
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacomelli

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