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In Italia cresce il numero dei migranti

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Tra il 2021 e il 2022 i nuovi permessi per lavoro sono aumentati del 32,2%. I motivi di lavoro rappresentano il 15% dei nuovi permessi rilasciati nel 2022

Tra il 2021 e il 2022 i nuovi permessi per lavoro sono aumentati del 32,2%. I motivi di lavoro rappresentano il 15% dei nuovi permessi rilasciati nel 2022. Dal 2013 non si registrava un numero tanto alto di nuovi ingressi per attività lavorativa. E' quanto emerge da un report dell'Istat. Sono tuttavia diverse le modalità con cui i cittadini non comunitari hanno ottenuto un permesso per lavoro. Nel 72,6% dei casi – quasi 49mila permessi - si è trattato di autorizzazioni emesse a seguito del provvedimento di regolarizzazione emanato nel 2020

L’esame delle domande di emersione è avvenuto, infatti, molto lentamente cosicché numerosi cittadini non comunitari hanno visto accettata la propria istanza solo nel 2022. A questi vanno aggiunti poco meno di 10mila permessi per lavoro dipendente e circa 3.200 permessi stagionali. Integrando i dati del 2022 con quelli del 2021 emerge che nell’ultimo biennio siano stati emessi molti più permessi di lavoro che nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020. Si denota, pertanto, un segnale di apertura per quel che concerne gli ingressi per lavoro nel Paese, come testimonia anche il recente Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante la “Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavoratori stranieri per il triennio 2023-2025”, che prevede circa 450mila ingressi, approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri.

La regione che ha fatto registrare il più alto numero di nuovi permessi per lavoro è la Lombardia, seguita dall’Emilia Romagna, dal Veneto e dalla Campania. Queste quattro regioni coprono nel loro insieme oltre il 54% dei nuovi permessi per lavoro. I principali paesi di cittadinanza degli individui che hanno ricevuto il permesso di soggiorno per attività lavorativa sono: l’Albania (6.138 permessi, 68,1% dei quali a seguito del provvedimento di regolarizzazione; il Marocco (5.881, 77,5% per regolarizzazione); l’Ucraina (5.741, 81,9% per regolarizzazione); il Pakistan (5.471, 88,3% per regolarizzazione); l’India (5.325, 60,9% per regolarizzazione) e la Georgia (5.171, 78.9% per regolarizzazione). Queste collettività coprono nel loro insieme il 50% degli ingressi per lavoro.

Registrano un lieve incremento anche i permessi per famiglia (+ 2,7%) che fanno così registrare la cifra record di nuovi rilasci dal 2011 a oggi: oltre 126mila. I paesi di cittadinanza più frequenti tra gli individui che hanno ottenuto il permesso per ricongiungimento familiare sono l’Albania, l’Ucraina e il Bangladesh. Anche in questo caso il consistente aumento rilevato per gli ucraini (+50,6%) rispetto al 2021 è da ricondurre alla crisi bellica. Alcuni di loro, infatti, hanno avuto accesso rapidamente a un permesso per famiglia – preferendolo a quello per protezione temporanea – poiché avevano familiari già da tempo presenti sul territorio italiano. Non mancano, tuttavia, esempi di importanti collettività straniere per le quali si evidenzia una diminuzione dei ricongiungimenti familiari, come nel caso dei cittadini marocchini e cinesi.

18 Ottobre
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacomelli

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