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Per l'Ucraina gli Usa mandano soldi, l'Italia know-how

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Un contributo per portare i piloti dell'Ucraina a un livello tale per cui lo step successivo è solo l'addestramento per gli F16

Gli Stati Uniti e i Paesi alleati hanno fornito all'Ucraina assistenza militare per un valore di circa 65 miliardi di dollari. Lo ha affermato il capo del Pentagono Lloyd Austin in collegamento video alla riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina. ''La capacità della difesa aerea dell'Ucraina rappresenta una priorità della riunione di oggi'', ha aggiunto Austin.

Sottolineando che continuerà a ''fornire sostegno all'Ucraina nella sua guerra contro l'invasione russa'', Austin ha detto che ''Putin sperava che la nostra determinazione si incrinasse. Rimaniamo uniti come sempre''.

"Ritengo possibile che l'Italia metta a disposizione della Nato e della coalizione in aiuto all'Ucraina la sua esperienza e il suo know-how. Un contributo per portare i piloti dell'Ucraina a un livello tale per cui lo step successivo è solo l'addestramento per gli F16 che, necessariamente, va fatto su quella specifica tipologia velivolo". Lo afferma David Cenciotti, ex ufficiale dell'Aeronautica, giornalista ed autore del blog 'The Aviationist', secondo il quale pur non essendo "del tutto impossibile, è molto complicato" che l'addestramento ad hoc su F16 ai piloti ucraini possa essere fatto in Italia.

"L'addestramento prevede diverse fasi - spiega Cenciotti - Va distinto il caso di un pilota già pronto al combattimento - con discreta esperienza su un altro tipo di velivolo e che quindi va addestrato sulle specificità di un F16 - e il caso di un pilota che va istruito da zero, che deve fare tutto l'iter per il raggiungimento delle varie qualifiche tra cui quella di 'pronto al combattimento' su F16". "Sono due percorsi molto differenti e il secondo molto più lungo dell'altro", sottolinea l'esperto.

"L'addestramento dei piloti pronti a essere impiegati su F16 può essere effettuato da una Forza Armata che ha in servizio F16 perché va fatto un addestramento su quella specifica tipologia di velivolo. In questo momento l'Aeronautica militare non è tra le aviazioni che ha in servizio F16", osserva Cenciotti ricordando che l'Italia "ha avuto gli F16 in linea per poco meno di 10 anni, tra il 2003 e il 2012, e servivano per coprire le esigenze in ambito di difesa aerea dell'Aeronautica militare; da oltre 10 anni non ci sono piloti operativi su F16. Sarebbe dunque necessario che piloti italiani, con esperienza pregressa F16, facessero ore per ottenere nuovamente l'abilitazione al volo e, a quel punto, potrebbero istruirne altri, in questo caso i piloti ucraini". In ogni caso però, non avendo l'Italia F16, non ci sarebbero qui "i velivoli a disposizione" per l'addestramento "a meno che non vengano rischierati. Onestamente vedo molto, molto complicato che il 'passaggio macchina' possa essere fatto in Italia".

25 Maggio
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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