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Il Frosinone al cospetto del Venezia di Javorcic

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La priorità è creare la nostra identità di gioco: così si è presentato il tecnico croato che in questo momento è nella zona bassa della classifica

La priorità è creare la nostra identità di gioco. Così si è presentato Ivan Javorcic al ritiro del Venezia. Certo, se dovessimo osservare la classifica dei lagunari e rifletterla col Javorcic pensiero la strada è ancora lunga. Però, i veneti, appena retrocessi dalla massima serie, non hanno l'intenzione di vestire i panni dei comprimari in serie B: hanno scommesso su un tecnico brillante, colto, entusiasta della letteratura, della vita e del calcio, anche se dal pallone ha ricevuto come calciatore molto meno di quanto meritasse. Certo, il Venezia, se guardiamo la classifica, non soddisfa appieno le ambizioni di riscossa del presidente americano Niederauer: in 8 gare ha racimolato 8 punti, nel fortino di casa ancora non ha vinto (i tifosi ciociari possono toccare ferro e altro in nome degli scongiuri), anzi ha racimolato 3 sconfitte in 4 match (Genoa, Benevento e Bari nell'ordine) mentre le 2 uniche vittorie sono arrivate a Bolzano (2-1) e Cagliari (4-1). 
Eccolo il gondoliere del prossimo avversario del Frosinone. Ma scopriamolo insieme Ivan Javorcic, che nel match serale di venerdì 14 allo stadio Penzo si gioca una bella fetta del suo futuro, anche se non è azzardato dire che per lui la partita col Frosinone è simbolo di sopravvivenza. 
Il tecnico veneto è nato a Spalato nel 1979, ha guidato alla storica promozione in serie B il SudTirol facendogli conquistare lo scorso anno ben 90 punti, ha come filosofia di gioco una squadra che non gioca per arroccarsi ma per dominare, con i reparti che si sovrappongono grazie alla qualità dei suoi interpreti, tant'è che lui stesso -amante del gioco degli scacchi- afferma che il suo è un “caos organizzato”. 

Come calciatore Javorcic comincia la sua carriera calcistica nell'Hajduk Spalato, nel ruolo di centrocampista, ma giunge a Brescia giovanissimo: è il 1996 ed Edy Reja lo chiama a sé, per poi rimandarlo in patria, in prestito in seconda serie croata al Mosor. A Brescia però non sfonderà, giocherà dal 1997 al 2001 solo 49 match, poi è un continuo girovagare, da Crotone a Treviso e poi Atalanta fino alle tre stagioni ad Arezzo: è qui che il 23 maggio 2004 la sua carriera è pesantemente messa a rischio a seguito di un incidente di gioco durante la partita Rimini-Arezzo. Dopo il trapianto di menisco esterno - primo calciatore professionista sottoposto a un tale intervento - ritorna in campo dopo 29 mesi di stop, con il Pizzighettone in serie C1. Dopo cinque operazioni subite al ginocchio, l'ultima nell'aprile 2009, e anche a causa di problemi cronici alla cartilagine, chiude la sua carriera da calciatore a soli 30 anni.
Da agosto 2009 lavora nel settore giovanile del Brescia, poi il 15 dicembre 2014 viene promosso ad allenatore della prima squadra a seguito dell'esonero di Ivo Iaconi; dal gennaio 2015 ne diventa vice, lasciando l'incarico a Salvatore Giunta in quanto sprovvisto del patentino necessario richiesto dalla Lega Calcio per poter allenare una squadra di Serie B. Il 31 gennaio, a seguito del cambio di proprietà del club, viene esonerato insieme a Giunta e sostituito da Alessandro Calori. Poi, il 27 ottobre 2015 diventa il nuovo allenatore del Mantova subentrando all'esonerato Riccardo Maspero in Lega Pro, esonerato poi a marzo 2016. 
Il 17 aprile 2017 diventa il nuovo allenatore della Pro Patria, in Serie D. Il 6 maggio 2018 porta la squadra alla promozione in Serie C e il 2 giugno vince lo scudetto di serie D; così seguono tre stagioni in Serie C, con un ottavo, un undicesimo e un quinto posto nel girone A. L'8 giugno 2021 la società bustocca comunica il mancato rinnovo dell'allenatore croato, che lascia così il club dopo quattro anni e si accorda con il Südtirol, in Serie C: il 24 aprile 2022, vincendo all'ultima giornata di campionato, conduce gli altoatesini alla prima promozione nella loro storia in Serie B, vincendo il girone A con 90 punti e con solo 9 gol subiti. Poi, la storia col Venezia è l'oggi. 

Un Venezia che ha cambiato pelle rispetto allo scorso anno: non c'è più la punta centrale Henry, nè Aramu nè Forte, nemmeno quel Mazzocchi che via Salerno è arrivato in Nazionale o quel Peretz finito a Tel Aviv. Certo, ci sono i nuovi arrivi, come il centravanti Connolly dal Brighton e Pohjanpalo dal Leverkusen, l'ala Cherysev da Valencia. Il modulo di partenza è il 3-5-2: Joronen tra i pali, Wisniewski (dal Gornik Zabrze), Modolo e il veterano Ceccaroni in difesa; Zampano, Andersen, Busio, Cuisance, Haps nella terra di mezzo; Novakovich e Pohjanpalo in avanti. Tra i panchinari Ceppitelli e Svoboda. 

Attenzione agli ex Novakovich (3 stagioni per il lungagnone serbo-americano e 18 reti) e Zampano, laterale destro. 

1 anno fa
Foto: Lega B
Autore
Gian Luca Campagna

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