Kharkiv contesa ma non è in mano ai russi
L'esercito di Putin non avrebbe i numeri per una svolta strategica nell'avanzata: l'analisi degli americnai
"I russi non hanno i numeri per una svolta strategica a Kharkiv". Lo ha detto il generale americano Christopher Cavoli, comandante supremo delle forze della Nato in Europa, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles nel tardom pomeriggio di ieri.
Parlando dopo una riunione del Comitato militare dell'Alleanza atlantica, Cavoli ha detto che la situazione è difficile per l'Ucraina, ma ha minimizzato i progressi di Mosca nell'est del Paese, affermando che l'esercito russo non ha i "numeri" necessari per progressi strategici. Identico il ragionamento del presidente del Comitato militare della Nato, l'ammiraglio olandese Rob Bauer, secondo cui la situazione sul campo di battaglia non è cambiata in modo così drammatico da indurre le autorità ucraine a prendere in considerazione la possibilità di sedersi al tavolo dei negoziati.
“Non si tratta di svolte strategiche, né di successi. Non c'è motivo di cambiare in Ucraina", ha sostenuto Bauer, spiegando che le truppe ucraine hanno il difficile compito di riconquistare il territorio, ma che non è facile per la Russia fare progressi nelle aree che ha occupato all'inizio del conflitto.
Intanto in Italia continua il dibattito. ''Il rischio principale con cui sto combattendo come genitore e ministro e il rischio della guerra, non del ritorno del fascismo o del comunismo... Non darò mai il mio permesso di mandare un soldato italiano a combattere e morire in Ucraina...''. Lo ha detto Matteo Salvini, leader della Lega, a 'Dritto e rovescio' su Retequattro.
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