Kiev città liberata
Oggi i presidenti di Lituania, Polonia, Lettonia ed Estonia sono diretti nella capitale ucraina
Kiev città liberata. Così oggi, dopo la visita delle alte sfere della Ue, ecco ilritorno di alcuni leader europei tradizionalmente vicini all'Ucraina e con un forte sentimento anti-russo. I presidenti di Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia sono diretti a Kiev per incontrare Volodymy Zelensky. Lo riporta il Guardian che cita Jakub Kumoch, un consigliere del leader polacco. Diretti a Kiev "con un messaggio forte di sostegno politico e assistenza militare", come ha scritto su Twitter il presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, assicurando che "la Lituania continuerà a sostenere la battaglia dell'Ucraina per la sua sovranità e libertà".
Intanto per oggi non sono previsti corridoi umanitari per i civili "perché l'occupante viola il cessate il fuoco" ha reso noto la vice premier ucraina Iryna Vereshchuk. "Non solo gli occupanti stanno ignorando il diritto umanitario internazionale, ma non possono controllare adeguatamente i loro militari sul campo - ha scritto su Telegram la ministra per la Reintegrazione dei territori occupati - Tutto ciò crea un livello alto di pericolo, quindi dobbiamo astenerci dall'aprire corridoi umanitari oggi. Ma lavoriamo per riaprirli il ??prima possibile".
Ma c'è anche la conta dei danni, dei morti, dei drammi e delle tragedie nelle città liberate. "Più di 5.600" atrocità commesse "da febbraio" in Ucraina, dall'invasione russa, in "gran parte attacchi deliberati nei confronti di vittime civili, tutti ormai conoscono i massacri di Bucha", dove "i nostri agenti continuano a trovare corpi", ma "stanno emergendo molte altre uccisioni deliberate di civili nei villaggi di tutto il Paese". Parla così con la Repubblica il primo vice ministro degli Interni ucraino, Evgeny Yenin, che denuncia come "a un certo punto i russi abbiano cominciato a cercare di nascondere i crimini che stavano perpetrando". "Troviamo corpi occultati in ogni modo - dice - Hanno cercato di bruciarli, di farli sparire nelle fosse sottoterra".
Yenin parla di "uccisioni" che "in molti casi" sono "state fatte senza alcun motivo", di come sia "molto difficile identificare le vittime di stupro" e di come siano "parecchi" i casi, e di come siano state usate armi proibite. "In tutto il Paese hanno usato contro i militari e contro i civili sia le bombe al fosforo che altre munizioni proibite dalle convenzioni internazionali", afferma, citando Kramatorsk. Anche i soldati russi vittime di crimini di guerra. "Siamo impegnati ad accertare tutti i crimini di questa guerra, e identificheremo chi li ha commessi. Porteremo i responsabili davanti alla giustizia perché tutte le persone sono uguali di fronte alla legge, e lo faremo senza guardare alla nazionalità dei criminali e delle vittime - replica - Non lasceremo crimini impuniti".
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